Andrew “Boz” Bosworth non è l’ultimo arrivato nell’organigramma di Facebook. Ricopre il ruolo di Vice President della divisione AR/VR del gruppo di Menlo Park che ha già messo in cantiere gli occhiali per la realtà aumentata ed è coinvolto in prima persona tra le altre cose nel progetto attraverso il quale l’azienda mira a sviluppare una propria interfaccia neurale. È anche uno dei volti più noti e maggiormente esposti della società. Ecco perché alle sue posizioni non può che essere attribuito un certo peso.
Andrew Bosworth, Trump e la campagna elettorale su Facebook
Il New York Times ha ottenuto e pubblicato una nota circolata in un primo momento solo internamente all’azienda, intitolata “Thoughts for 2020” (“Pensieri per il 2020”) e datata 30 dicembre, in cui Bosworth afferma di desiderare “disperatamente” la sconfitta di Donald Trump nella corsa che porterà a eleggere il prossimo inquilino della Casa Bianca. L’autore chiede però al tempo stesso ai dipendenti di assolvere al “dovere morale” di non penalizzare in alcun modo la campagna elettorale del tycoon, predicando neutralità e imparzialità.
In seguito al leak il post è stato reso pubblico. Lo alleghiamo nella sua forma integrale di seguito. Nell’intervento di Bosworth anche quella che suona come l’ennesima tardiva assunzione di responsabilità da parte del social network, ammettendo di aver preso in considerazione con colpevole ritardo i problemi riguardanti sicurezza dei dati, privacy, misinformazione e interferenze dall’estero sul processo democratico. C’è poi un riferimento al caso Cambridge Analytica, ridimensionato e definito un “non evento”.
The NYT recently obtained a copy of a post I made to the wall of my internal profile within Facebook. I thought it worth…
Pubblicato da Andrew Bosworth (Boz) su Martedì 7 gennaio 2020
Restando in tema, ricordiamo che Facebook, a differenza di quanto fatto ad esempio da Google e Twitter, ha deciso di non applicare alcuna restrizione alle inserzioni pubblicitarie riguardanti la politica nel nome della libertà d’espressione. Una scelta criticata da più parti, soprattutto considerando le Presidenziali USA 2020 che andranno in scena in autunno e le dinamiche innescate nel corso degli ultimi anni.