Simili per concetto e stile ai Bitmoji di Snapchat, ecco gli Avatar di Facebook. Rappresentazioni virtuali e stilizzate dell’utente che potranno essere impiegate come sticker all’interno dei commenti sul social network oppure nelle conversazioni private di Messenger. Il rollout della novità prende il via in questi giorni in Australia ed entro la fine dell’anno o l’inizio del 2020 arriverà a interessare altri paesi.
Gli Avatar arrivano su Facebook
L’obiettivo non dichiarato sembra essere quello di rendere la piattaforma di nuovo appetibile a un pubblico giovane, come già dimostrato sempre più propenso a rivolgersi ad altri servizi per le interazioni online, come il già citato Snapchat o Instagram, quest’ultimo sempre gestito da FB. Secondo Jimmy Raimo, Communication Manager del social network, la realizzazione degli Avatar ha richiesto parecchio lavoro, soprattutto per far sì che potessero essere rappresentate al meglio le differenti personalità e culture di tutti gli iscritti alla piattaforma. Ovviamente gli utenti sono in grado di personalizzarli, a loro immagine e somiglianza, intervenendo sulle caratteristiche fisiche così come sul vestiario.
Non è escluso che in futuro il processo di creazione possa basarsi sull’impiego di algoritmi per il riconoscimento facciale: in altre parole, Facebook potrebbe chiedere all’utente di scattarsi un selfie e restituire in output un Avatar con le sue fattezze oppure analizzare una delle immagini già caricate sul social network per fare lo stesso. Per il momento questa possibilità non è prevista.
Nessuna forma di monetizzazione al lancio: nessun paio di scarpe firmate o brand d’abbigliamento da far indossare agli Avatar, previo pagamento. Anche in questo caso, l’ipotesi non è da escludere per il futuro. In fase di valutazione anche la possibilità di impiegare queste riproduzioni 2D degli utenti come immagine profilo o all’interno dei gruppi.
Ad ogni modo i servizi di terze parti che consentono di fare altrettanto sono in circolazione ormai da anni. Facebook è in ritardo su questo fronte e con l’iniziativa lanciata oggi tenta di recuperare il terreno perduto. Chi ha già avuto modo di mettere alla prova la funzionalità lamenta alcune limitazioni: una su tutte, l’aspetto degli Avatar creati risulta essere troppo giovanile, non sono previste opzioni per simulare un aspetto adulto o maturo.