Facebook torna a promettere soluzioni contro l’ annosa questione della diffusione di notizie false sulla sua piattaforma: stavolta annuncia di aver coinvolto sette agenzie statunitensi che si occupano di fact-checking e che avranno il compito di eliminare “il peggio del peggio” ovvero “le bufale evidenti diffuse dagli spammer per il loro guadagno”.
Il Pizzagate , teoria complottistica nata su Reddit che sostiene l’esistenza di una rete segreta di pedofili con al centro una pizzeria di Washington e la famiglia Clinton, e le sue derive nel mondo del quotidiano (un uomo ha fatto incursione armata nella pizzeria accusata di essere il covo della rete di pedofili) è forse l’episodio che meglio rappresenta l’influenza delle bufale sulla realtà.
Il fondatore e CEO Mark Zuckerberg era poi stato costretto ad affrontare la questione nelle ore immediatamente successive all’elezione di Trump, quando la sua piattaforma è stata travolta dalla polemica perché ritenuta tra i responsabili della diffusione di notizie false che potrebbero aver contribuito all’elezione del candidato repubblicano. Sono successivamente anche emerse le indiscrezioni, diffuse a quanto pare da un gruppo di suoi dipendenti, secondo le quali l’ultimo aggiornamento previsto dal social network per affrontare la questione fosse stato bocciato con motivazioni che non hanno nulla a che vedere con eventuali problemi tecnici ma piuttosto per considerazioni di natura politica (ed in particolare la paura di agire soprattutto ai danni dei conservatori).
Il problema della virulenza delle notizie false e propagandistiche online ha continuato a tenere banco e Facebook, volente o nolente, è coinvolta anche finanziariamente, data la capacità di queste news di attirare click e quindi visualizzazioni e conseguenti introiti pubblicitari: così dopo l’annuncio di un rafforzamento dei sistemi di segnalazione affidati all’interno degli utenti, nelle scorse settimane il social network aveva anticipato di essere al lavoro su un sistema di intelligenza artificiale in grado di individuare proattivamente e contrassegnare materiale offensivo nei video in live streaming.
Ora Facebook, pur non facendo accenno all’AI, ha quindi annunciato l’esordio di alcune nuove funzioni per combattere le false notizie e la collaborazione con sette gruppi statunitensi che si occupano di fact-checking : ancora una volta è stato direttamente Zuckerberg a descrivere il progetto a grandi linee e a spiegarne l’importanza per la sua piattaforma.
Oltre a rafforzare gli strumenti per individuare automaticamente i fake (per esempio le statistiche di lettura e condivisione la aiuteranno ora in questo senso), la nuova idea del social network è quella di coinvolgere le agenzie che si occupano volontariamente di fact-checking, concedendogli un accesso privilegiato ai contenuti contrassegnati dagli utenti o dagli algoritmi di Facebook.
Queste non verranno pagate da Facebook, ma svolgeranno il ruolo di controllo nell’ambito delle loro attività giornalistiche: come spiega James Goldston, il Presidente di ABC News, “si tratta di un compito che rientra perfettamente nella nostra core mission, che è quella di aiutare le persone a distinguere tra notizie vere e false”.
Una volta che una storia sarà contrassegnata come possibile bufala, finirà nella coda di contenuti accessibili solo a coloro che aderiscono all’ International Fact-Checkers Network Code of Principles ( IFCN ), un progetto giornalistico non profit dell’organizzazione Poynter che si occupa appunto di fact checking e di cui al momento fanno parte 7 realtà tra cui Snopes, ABC News e Climate Feedback: se un contenuto dovesse essere individuato come una notizia falsa, sarà contrassegnato come tale con un messaggio che apparirà come pop up anche quando la notizia dovesse essere nuovamente condivisa.
Claudio Tamburrino