Un vento di rivolta legale, scatenato negli Stati Uniti dal cittadino dell’Illinois Perrin Aikens Davis. E sarà un giudice di San José ad analizzare la sua class action contro il gigante Facebook, accusato di frode informatica e violazione della legge federale in materia di intercettazioni sulle reti di comunicazione elettronica .
Nel mirino sono così finite le attività di tracciamento degli utenti messe in piedi dal social network di Mark Zuckerberg, inizialmente svelate dal blogger australiano Nik Cubrilovic. In sostanza, la piattaforma in blu manterrebbe i vari cookie disseminati dai computer, persino dopo il logout di milioni di profili .
Facebook è ormai sotto assedio , sul doppio fronte euro-statunitense. Organizzazioni non profit come EPIC hanno chiesto alla Federal Trade Commission (FTC) di avviare un’indagine sulla poco attenta gestione dei cookie permanenti. In Irlanda, gli attivisti di EUROPE versus FACEBOOK (EvF) hanno chiamato in causa il Commissario alla protezione dei dati per violazione massiva della privacy degli iscritti.
Improvviso cambio di rotta, poi, da parte dei vertici del sito in blu, ad annunciare la modifica dei comportamenti traccianti dei cookie. Non è ovviamente bastato a Davis, che ora chiede risarcimenti non meglio specificati.
Mauro Vecchio