Il Climate Science Information Center di Facebook

Il Climate Science Information Center di Facebook

L'impegno di Facebook a sostegno dell'ambiente si concretizza oggi con il debutto ufficiale del Climate Science Information Center.
Il Climate Science Information Center di Facebook
L'impegno di Facebook a sostegno dell'ambiente si concretizza oggi con il debutto ufficiale del Climate Science Information Center.

Anche Facebook si allinea agli altri giganti del mondo online annunciando una serie di iniziative finalizzate ad azzerare le emissioni derivanti dalla propria attività, nel nome della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente. In contemporanea il social network annuncia la nascita di quello che è stato battezzato Climate Science Information Center.

Facebook per l’ambiente: online il CSIC

Una sorta di hub, al momento disponibile in via ufficiale negli Stati Uniti, in Germania, in Francia e nel Regno Unito, ma già accessibile (link a fondo articolo) da tutto il mondo. Più avanti verrà introdotto il supporto a nuove lingue e ad altri territori con contenuti personalizzati in base alla specifica base geografica. Raccoglie notizie e informazioni sul tema provenienti da fonti ufficiali e affidabili: dall’Environment Programme delle Nazioni Uniti al NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).

Nello screenshot qui sotto l’interfaccia del CSIS portato online oggi dalla piattaforma con numeri che fotografano l’impatto dell’attività umana sull’ambiente, sul surriscaldamento del pianeta e più in generale sugli effetti disastrosi del cambiamento climatico.

Il Climate Science Information Center di Facebook

Di recente Facebook è finita al centro di una polemica negli Stati Uniti per aver abbandonato nelle acque dell’oceano un quantitativo non indifferente di materiale: oltre 330 metri di tubi e circa 24.600 litri di liquido impiegati nelle operazioni di perforazione necessarie alla posa di un cavo sottomarino dedicato alla connettività. È accaduto in Oregon. Le autorità locali hanno dichiarato di non essere state messe al corrente dell’accaduto per diversi mesi, chiedendo ora all’azienda di Mark Zuckerberg e a chi si è occupato dei lavori, l’impresa Edge Cable, di porre rimedio al danno causato all’ecosistema.

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Pubblicato il
15 set 2020
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