Facebook, ovvero il network di relazioni sociali al centro delle polemiche per la dubbia considerazione nei confronti della privacy del propri utenti, ha recentemente introdotto l’ennesima novità nelle modalità di controllo della già labirintica interfaccia di gestione dell’account personale di ogni contatto. D’ora in poi gli utenti dovranno – previa attivazione della nuova caratteristica – “autenticare” ogni dispositivo che prova ad accedere all’account, indipendentemente dal fatto che si tratti di un browser, un cellulare, o un computer diverso da quello usuale.
La nuova funzionalità si nasconde sotto le “Impostazioni Account” e prende il nome di “Protezione dell’account”: “Per aiutarti a mantenere il tuo account Facebook il più sicuro possibile – recita la nuova opzione – ti avviseremo quando l’accesso al tuo account verrà effettuato da un computer o dispositivo mobile che non hai mai usato prima”. La notifica di cui parla Facebook si riferisce a un’email priva di informazioni tracciabili (IP, mailbox o quant’altro) che contiene solo il nome dato dall’utente al dispositivo da cui si sta tentando l’accesso, con la possibilità opzionale di ricevere anche una notifica su cellulare via messaggio testuale (SMS).
Pensata per incrementare la potenziale sicurezza dell’accesso a un database di informazioni personali che cresce a dismisura in ogni possibile fascia di utenza, l’opzione Protezione dell’account prevede inoltre un’ulteriore sequenza di verifica dell’identità di chi sta provando ad autenticarsi su Facebook, con la richiesta di immettere dati privati come la data di nascita o quella di riconoscere un “amico” in una foto comune. Non stupisce il fatto che le nuove misure prestino il fianco a qualche critica sulla loro efficienza e le possibilità di errore collegate a certi meccanismi di autenticazione privati (come riconoscere un amico o un parente in una foto) diluiti in un contesto in cui si fa “amicizia” al solo costo di un link di conferma spedito via posta elettronica.
Sia come sia il bisogno di sicurezza su Facebook Inc. assume ogni giorno sempre più i caratteri dell’urgenza , considerando l’esistenza di un vero e proprio mercato nero di contatti e “fan page” e di certi personaggi poco raccomandabili beccati a frugare fra i server della corporation statunitense. Uno di questi, tale Kirllos , che pretendeva di poter offrire i dati di accesso di 1,5 milioni di account FB al miglior offerente, è stato individuato e segnalato alle autorità locali per i provvedimenti legali del caso.
Kirllos è russo, aveva la possibilità di accedere solo ai “piani bassi” del portale e secondo Facebook ha esagerato di qualche ordine di grandezza nell’indicare la quantità di account effettivamente alla sua mercé. Account che ora risultano resettati con i rispettivi utenti messi in allerta su quanto di spiacevole accaduto ai loro asset online.
Alfonso Maruccia