Facebook ha annunciato l’ adozione dell’opzione Tag Suggestions , che utilizza un software per il riconoscimento facciale per facilitare (suggerendo corrispondenze) l’operazione di tagging dei volti individuati.
Si tratta di una tecnologia sviluppata all’interno di Facebook con la collaborazione di partner esterni: non sono stati nominati, ma tra i candidati più papabili vi è il servizio Face.com , recentemente apparso sul social network in blu.
A luglio Facebook aveva adottato una speciale feature per la selezione automatica dei volti all’interno delle foto : quello di oggi rappresenta un ulteriore passo per il social network sul fronte dei tag (che ritiene fondamentale per il suo servizio di condivisione foto), ma al contempo è una grande ulteriore preoccupazione per coloro che sono sensibili ai problemi della privacy e che vedono con diffidenza il convergere automatico di sempre più informazioni.
Tecnologicamente non è una novità : già Google nel suo servizio di Picasa ha un servizio molto simile, così come Apple in iPhoto per gli utenti OS X.
Allo stesso modo degli epigoni servizi di Mountain View e Cupertino, quello offerto ora da Facebook ( a partire dalla prossima settimana negli Stati Uniti) provvederà a ricercare somiglianze nei volti della nuova foto caricata con quelle già taggate dall’utente completando il campo “Chi è?” con dei suggerimenti.
Già Facebook, peraltro, aveva aggiunto la possibilità di taggare contemporaneamente un gruppo di foto, in modo di salvare una volta per tutte l’individuazione della persona presente in esse. Quello che cambia con l’adozione di questa tecnologia da parte di Facebook è però nelle misure: sul social network in blu vengono attualmente effettuati 100 milioni di tag al giorno , da parte del 99 per cento dei suoi utenti.
Per questo una minima precauzione di privacy è stata pensata dall’amministratore: si tratta della consueta possibilità di opt-out per togliere il proprio nome da quelli che il social network può suggerire. È sufficiente disattivare la funzione attraverso le proprie impostazioni sulla privacy.
Claudio Tamburrino