Il fatto che l’impiego dell’app di Facebook possa gravare sulla durata della batteria dello smartphone è un dibattito acceso che va avanti da ormai tempo immemore, c’è chi sostiene che sia il principale colpevole dell’esaurirsi della carica dei cellulari e chi invece è del parare opposto. A confermare la prima tesi, però, ci ha recentemente pensato George Hayward, un ex dipendente del celebre social network che avrebbe avuto accesso a un documento interno che descrive la cosa.
Facebook e la pratica del negative testing
Andando più nello specifico, Facebook sarebbe in grado di sfruttare una procedura denominata “negative testing”, la quale permette al social network di intervenire da remoto sul consumo della propria app, aumentandolo esageratamente allo scopo di testare delle funzionalità senza che l’utente se ne accorga. I test sono relativi ad aspetti quali ad esempio la velocità di esecuzione dell’app e il caricamento delle immagini.
L’esecuzione di questi test va a causare un consumo eccessivo da parte dell’app di Facebook e possono pure rivelarsi pericolosi in quanto capaci di causare la scarica anomala dello smartphone che, di conseguenza, potrebbe trovarsi nella condizione di non poterlo più adoperare proprio per tale ragione e quindi di non poter compiere operazioni potenzialmente importanti, come da esempio l’effettuazione di una chiamata d’emergenza.
Essendosi detto contrario alla suddetta pratica, George Hayward sarebbe quindi stato allontanato da Facebook e avrebbe intentato una causa contro l’azienda che però ha successivamente dovuto ritirare essendo passata la questione all’arbitrario.
Interrogata sulla questione, Meta per il momento non ha rilasciato alcun commento, ma è molto probabile che nei giorni a venire vi siano ulteriori sviluppi.