Facebook prende ufficialmente posizione contro la Drug Enforcement Administration (DEA) statunitense, l’organizzazione antidroga che permette ai propri agenti di usare profili fasulli sul social network per incastrare i sospetti. Facebook non permette l’uso di nomi e profili falsi, dice la corporation, e la regola vale anche per gli agenti impegnati in indagini ufficiali della DEA.
Il comportamento dell’antidroga federale rappresenta una grave violazione dei termini e delle condizioni di utilizzo del servizio, spiega Facebook: il caso riguarda in particolare un profilo falso riconducibile a tale Sondra Arquiett, 28enne rea confessa di spaccio di cocaina che secondo la DEA avrebbe dichiarato esplicitamente il proprio consenso a far utilizzare i propri dati personali a scopo investigativo.
Ma Arquiett – ora in regime di libertà condizionata – ha denunciato la DEA chiedendo un risarcimento di 250.000 dollari, e Facebook non è apparentemente interessata alle motivazioni che giustificano il comportamento dei federali: i profili falsi sono inaccettabili in qualunque caso, quello della finta Sondra Arquiett è stato chiuso e la società chiede alla DEA di confermare che nessuno dei suoi agenti faccia più uso di identità fasulle a scopo investigativo.
La posizione di Facebook sulle identità reali e i profili fittizi si fa quindi sempre più intransigente, e a poco valgono le proteste e le accuse di discriminazione da parte delle drag queen già incappate nella inflessibile policy del social network: chi non usa un nome “legale” rischia il blocco e la cancellazione dell’account in ogni caso, nonostante le promesse di ammorbidire questo regime per venire incontro alle esigenze di certe categorie di utenti.
Alfonso Maruccia