Un tribunale francese ha stabilito di avere l’autorità per giudicare un caso relativo alla politica di censura di Facebook e alla sua decisione di bloccare l’account di un professore che aveva pubblicato un’opera d’arte ritenuta tuttavia troppo esplicita per il social network.
Al centro di tutto l’Origine del Mondo, opera del 1866 di Gustave Courbert che rappresenta una descrizione quasi anatomica di un organo genitale femminile. Per chi non la conoscesse, è tra le opere per cui vale visitare il Musee d’Orsay di Parigi. Ciò nonostante secondo il sistema di Facebook essa sarebbe troppo esplicita e quindi violerebbe le sue policy: per questo è stato bloccato l’account di un professore che l’aveva condivisa sulla sua homepage nel 2011. Contro la decisione del social network l’uomo, il cui nome non è stato diffuso dai giornali francesi, è ricorso al tribunale francese che ha stabilito ora di avere l’autorità per valutare il caso e che aprirà l’udienza il prossimo 21 maggio.
Da una questione pruriginosa, il caso può diventare l’occasione per affrontare la questione della responsabilità extra-territoriali di servizi come Facebook e la facoltà delle autorità locali di chiamarli in causa per situazioni che coinvolgono i propri cittadini e di conseguenza il proprio territorio.
Per il momento, dunque, sembra trattarsi principalmente di una questione di giurisprudenza, tuttavia non è la prima volta che il puritanesimo quacchero si scontra con il liberismo culturale ed il libertinismo francese: nel 2013 Facebook sospendevano per esempio l’account ufficiale del parigino Jeu De Paume, reo secondo i responsabili del social network di aver pubblicato un’immagine troppo esplicita. Quella, altro non era che una fotografia di nudo artistico dell’artista Laure Albin Guillot, incluso peraltro in una retrospettiva organizzata dal Jeu de Paume .
Per il momento Facebook ha risposto prendendo nota della decisione francese e sottolineando che nel frattempo “gli standard della comunità si sono evoluti”, arrivando evidentemente a quelli della Francia del 1800 ed accettando i nudi artistici, purché non fotografici.
Claudio Tamburrino