Sono 128.617 le richieste inoltrate dai governi di tutto il mondo e ricevute da Facebook nei primi sei mesi del 2019 per l’ottenimento di informazioni riguardanti i suoi iscritti. +16% rispetto a quanto registrato nella seconda metà del 2018, mai così tante da quando nel 2013 è stata diffusa la prima edizione del report. È quanto emerge dal nuovo rapporto sulla trasparenza pubblicato dal social network.
Le autorità governative a volte richiedono dati riguardanti le persone che utilizzano Facebook nel contesto delle indagini. Nella grande maggioranza dei casi si tratta di casi criminali come furti o rapimenti.
Facebook: più richieste dai governi
Nel 73,6% dei casi la piattaforma ha risposto fornendo almeno una parte dei dati. Focalizzando in particolare l’attenzione sull’Italia, le domande sono state 2.547, relative a un totale di 4.754 account (una singola richiesta può far riferimento a più iscritti). Di queste, 91 vengono etichettate come “d’emergenza” e 2.456 relative a “procedimenti legali”. La risposta di FB è stata affermativa nel 61% dei casi.
Spesso le richieste sono relative a informazioni di base come nome, data di registrazione e periodo di utilizzo del servizio. In altri casi riguardano i log degli indirizzi IP o i contenuti dell’account.
È bene precisare come i numeri facciano riferimento a tutti i servizi e le applicazioni del gruppo, dunque includendo anche le richieste relative a Instagram, WhatsApp, Messenger e Oculus. Per circa due terzi Facebook afferma di aver ricevuto un cosiddetto gag order da parte delle autorità ossia l’obbligo di non rendere noto il procedimento ai diretti interessati, così da evitare che le informazioni possano essere alterate o eliminate.