Google e Facebook aumentano il livello dello scontro per i contatti degli utenti, e la possibilità per questi ultimi di esportare le informazioni sui profili “amici” dovunque essi vogliano, possibilmente senza restrizioni di sorta. Google esprime delusione per la scelta di Facebook di adottare un hack al blocco precedentemente imposto da Mountain View invece di cambiare la propria policy , provando a convincere gli utenti che esportare le informazioni di contatto in Facebook è un male ; mentre il social network accusa: noi siamo più “open” e consapevoli di voi nella gestione dei dati personali.
“Siamo delusi dal fatto che Facebook non abbia investito il proprio tempo nel rendere possibile per i suoi utenti l’esportazione dei loro contatti fuori da Facebook”, si è lamentata ufficialmente Mountain View dopo l’hack del “deep link” al download diretto delle informazioni di contatto messo in piedi di FB. Qui a Mountain View siamo “appassionati sostenitori della possibilità per le persone di controllare i dati da loro creati” dice Google, e nonostante tutto “continueremo a permettere ai nostri utenti di esportare i propri contatti da Google Contacts”.
Gli utenti Google potranno continuare a esportare informazioni di contatto a piacimento, ma quando la destinazione di tali informazioni sarà il massiccio database di Facebook i succitati utenti si troveranno d’ora in poi davanti a un avviso dall’eloquente titolo “Metti in trappola i miei contatti ora” : “Sei stato diretto su questa pagina da un sito che non permette di ri-esportare le tue informazioni ad altri servizi”, si legge sull’avviso, “sostanzialmente imprigionando i tuoi dati di contatto sui tuoi amici”.
Si tratta di “un fatto importante” che Google ci tiene a far presente ai suoi utenti, continua l’avviso, anche se alla fin fine il controllo dei dati dovrebbe essere comunque nelle mani all’utente e quindi resta la possibilità di esportare comunque i dati di contatto su Facebook. Qualora si rifiutasse di procedere oltre, l’utente potrebbe anche “inviare una lamentela contro il protezionismo dei dati” gestita direttamente da Mountain View per scopi ancora ignoti.
Il controllo dei dati personali dovrebbe sempre essere nelle mani dell’utente e non del management di Facebook, accusa Google. Ma Facebook risponde picche e ribalta l’accusa del suo acerrimo rivale concorrente evidenziando il fatto che quando si parla di liste di contatti, si prendono in considerazione informazioni come le email e altri dati personali che non possono appartenere all’utente che detiene quella lista.
“Per Facebook il principio più importante è che ogni persona possiede e controlla le proprie informazioni – dice Mike Vernal di Facebook – Ogni persona possiede la sua lista di contatti, ma non le informazioni dei suoi contatti. Una persona non ha il diritto di esportare in massa le mailbox private dei suoi contatti più di quanto abbia il diritto di esportare in massa tutti gli album fotografici privati di tutti i suoi contatti”. Le risposte di Google non sono altro che reazioni protezionistiche alla concorrenza sempre più serrata di Facebook, sostiene Vernal, e poco o nulla hanno a che fare con il controllo dei dati personali gestiti dall’utente.
Alfonso Maruccia