Facebook ha rivendicato per sé quello che ritiene un metodo innovativo per valutare un utente in base alle sue connessioni social ed eventualmente estrometterlo dal poter condividere contenuti con gli altri.
Il brevetto in questione è il numero 9,100,400 depositato presso lo US Patent and Trademark Office (USPTO) da Friendster nel 2010 con il titolo “Autorizzazione ed autenticazione basata sulla rete sociale di un individuo” ed ora acquisito da Facebook: esso rivendica un metodo di interconnessione tra utenti che impedisce la trasmissione di contenuti se si presentano alcune condizioni di blocco che si innescano in base alle informazioni estrapolate dai contatti dei soggetti coinvolti .
In pratica, la tecnologia in questione traccia la rete sociale a cui è collegato un utente e come questo vi interagisce: grazie alle informazioni raccolte in questa maniera si può impedire ai membri di una rete di inviare spam agli altri membri a cui non sono direttamente o legittimamente connessi, oppure impedire ai membri del social network di ricevere email (o visualizzare contenuti di risultati di ricerche) da persone senza una connessione diretta.
Tuttavia la tecnologia incarnata nel diagramma brevettato da Facebook è talmente generica da poter essere impiegata , per esempio, anche per uno scopo più peculiare, come si legge proprio nel brevetto: per verificare che un utente che faccia richiesta di un prestito sia affidabile, permette di scandagliare la media del credito a disposizione dei suoi contatti nella rete di riferimento e la compara ad un livello minimo stabilito. Per quanto la logica sia in un certo senso classista, è simile a quella alla base delle garanzia necessarie per ottenere prestiti.
In ogni caso sembra più probabile che il social network utilizzi per il momento la nuova tecnologia brevettata per sviluppare un prodotto od una funzione per migliorare la qualità (e di conseguenza la durata) delle sessioni dei suoi utenti sulla sua piattaforma , con le stesse modalità con cui sta per esempio combattendo le bufale ed i link acchiappa click.
Claudio Tamburrino