Il fondatore e CEO di Facebook Mark Zuckerberg è intevenuto alle Nazioni Unite dove ha ribadito il suo progetto di voler connettere il mondo intero entro il 2020 , e la sua convinzione che l’accesso ad Internet sia uno dei fattori per eliminare le condizioni di povertà estrema.
“Quando le persone hanno accesso agli strumenti ed alla conoscenza di Internet, hanno anche accesso ad opportunità per migliorare la propria vita”, si legge nella sua dichiarazione, già ribattezzata “Dichiarazione di Connettività” e firmata anche da Bill e Melinda Gates, da Jimmy Wales di Wikipedia, da Bono Vox e da Charlize Theron. Zuckerberg si pone come obiettivo quello di permettere la connessione di chiunque nel mondo entro il 2020, progetto che partirà, in una declinazione diversa dal programma Internet.org finora conosciuto, dai campi dove vengono ospitati i rifugiati: Facebook ha intenzione di aiutarli ad avere un accesso Internet, soprattutto per poter mantenere i contatti con la propria famiglia .
Tra ambizione e filantropia, dunque, il social network in blu continua ad essere in prima fila nella battaglia per l’accesso universale: con esso, d’altra parte, anche gli altri grandi operatori del settore. Così, mentre Zuckerberg parlava nel Palazzo di Vetro, il CEO di Microsoft Satya Nadella – in occasione della visita negli Stati Uniti del Primo Ministro indiano Narendra Modi – annunciava il programma di Redmond per portare Internet a 500mila villaggi indiani (sfruttando i cosiddetti white space cioè le frequenze non utilizzate dello spettro al momento destinato alle televisioni) e Google dava il via nel paese ad una collaborazione con le ferrovie statali Indian Railways e la telco locale RailTel per portare Internet gratuito ad alta velocità via WiFi in 400 stazioni ferroviarie indiane: il potenziale bacino di utenza è di oltre 10 milioni di persone al giorno.
Dall’India sono partite anche le grandi opere di Facebook, e con esse i primi problemi: con 100 milioni di utenti che hanno iniziato ad utilizzare Internet solo lo scorso anno, il paese asiatico rappresenta d’altra parte, dopo la Cina, il più grande bacino di netizen al mondo e nonostante ciò circa il 70 per cento degli abitanti di 740mila villaggi, circa un miliardo di persone nel paese, è ancora afflitto da digital divide. Per questo, come ha raccontato anche Modi nel corso della sua visita a stelle e strisce e delle sue visite nella Silicon Valley, il digitale può diventare una vera e propria occasione nel paese, così come i social media che possono rappresentare un nuovo strumento per la diplomazia e la democrazia.
Certo, Zuckerberg proprio in India ha dovuto incassare le prime critiche al suo progetto di connessione universale: l’iniziativa Internet.org è stata accusata nel paese di violare i principi della neutralità della Rete sula base degli accordi con gli operatori per offrire gratuitamente connettività per un limitato ventaglio di servizi. Facebook ha nei giorni scorsi rilanciato i suoi propositi sotto un diverso cappello, quello di Free Basics .
Claudio Tamburrino