Facebook sta sfogando le proprie mire espansionistiche, dotando il social network di una folta serie di potenziali tasselli che potrebbero renderlo uno strumento di comunicazione e di condivisione ancor più potente, una presenza ancora più importante nella vita di molti dei suoi utenti. Da Instagram a Whatsapp , passando per Oculus , Facebook si prepara a gestire e mettere a frutto una mole sempre più vasta di dati: nonostante le rassicurazioni di Menlo Park, sono in molti a vigilare su ogni piccola mossa da parte di Facebook, a chiedersi cosa cambierà per gli utenti in termini di privacy.
È quanto accaduto per Moves, l’app dedicata al tracciamento dell’attività sportiva recentemente acquisita dal social network: Facebook nei giorni scorsi ha promesso di gestirla come una applicazione a se stante, integrandola ma non inglobandola nel proprio ecosistema.
. @imdiane We have no plans to commingle data with Facebook. Moves will remain independent.
– Moves (@movesapp) 24 Aprile 2014
A pochi giorni dall’acquisizione, Moves ha operato un cambiamento alle proprie policy sulla privacy . Il Wall Street Journal è stato fra i primi ad allarmarsi : se in precedenza Moves assicurava di non condividere dati con terze parti se non sotto richiesta da parte delle forze dell’ordine, ora l’app si arroga la possibilità di “condividere informazioni, incluse quelle che permettono l’identificazione personale” con “Affiliati” che “comprendono ma non si limitano a Facebook” con lo scopo di fornire il servizio e migliorarlo.
Moves traccia le attività e gli spostamenti dei propri utenti per motivarli nell’attività sportiva: i dati raccolti potrebbero essere estremamente rilevanti per Facebook, per conoscere sempre meglio i propri utenti a cui somministrare pubblicità sempre più personalizzata.
Il colosso in blu è intervenuto per placare le polemiche e contenere le paure degli utenti e gli allarmismi dei media: non ci sarà alcuna commistione fra i dati raccolti con Facebook e quelli raccolti con Moves, i profili sui due differenti servizi non verranno associati. Semplicemente, Facebook necessita delle informazioni di Moves per continuare ad operare il servizio. Gli utenti rumoreggiano ma, come accaduto per Whatsapp e le fragorose defezioni successive all’acquisizione da parte di Facebook, i numeri potrebbero sorprendere.
Gaia Bottà