Inserzionisti, aziende e celebrità misurano il proprio riscontro presso il pubblico in termini di like accumulati: Facebook si sta adoperando per offrire loro un quadro più realistico rispetto alle platee connesse che potranno colpire, effettuando un riconteggio degli utenti e scremando i like generati da profili non più attivi sulla piattaforma.
C’è chi fa carte false , c’è chi è disposto a pagare per accaparrarsi un nutrito numero di like che sbandierino al mondo in blu la propria popolarità: il valore effettivo dei like è probabilmente ancora tutto da dimostrare, ma è innegabile che faccia parte del curriculum di ogni brand, azienda o personaggio pubblico che sia, che conti sulla Rete per la propria promozione. Facebook si è così attivato per rendere questi numeri, se non più significativi in termini di valore, almeno più precisi: rimuoverà così gli apprezzamenti degli utenti che abbiano disattivato o cancellato il proprio profilo volontariamente o degli utenti che siano passati a miglior vita, e il cui account sia stato trasformato in una pagina commemorativa. Il social network spiega inoltre che qualora un account dovesse essere riattivato da un utente, il like tornerà a figurare sulle Pagine dedicate a ciò che aveva apprezzato.
“Nel corso della prossime settimane gli amministratori delle Pagine si devono aspettare un piccolo calo nel numero dei like come risultato di questo aggiornamento” spiega Facebook, ricordando che i profili legati a questi like rimossi già da tempo non recepivano i ogni caso alcuna notizia, post o sollecitazione inviata loro: il riconteggio dei like, dunque, si limita a rappresentare il pubblico di una Pagina con maggiore aderenza alla realtà, in termini quantitativi e in termini qualitativi, affinché strumenti come “pubblico simile” agiscano con più efficacia nell’individuazione del target da colpire.
I like provenienti dai profili abbandonati a loro stessi, di fatto tanto inattivi da essere stati dimenticati dall’utente, saranno esclusi dalla purga e continueranno a gonfiare l’orgoglio e i numeri delle pagine social.
Gaia Bottà