Facebook e la scomoda macchina della verità

Facebook e la scomoda macchina della verità

Il terzo gemello Paul Ceglia ancora all'attacco del CEO Mark Zuckerberg. Presentato l'esito di un test della verità, a conferma di un accordo per il controllo dell'84 per cento dell'ora gigantesco sito in blu
Il terzo gemello Paul Ceglia ancora all'attacco del CEO Mark Zuckerberg. Presentato l'esito di un test della verità, a conferma di un accordo per il controllo dell'84 per cento dell'ora gigantesco sito in blu

Un inatteso protagonista , piombato in aula a testimoniare in favore dell’ormai noto terzo gemello Paul D. Ceglia. Non un essere umano, ma un test all’apparenza inequivocabile. La macchina della verità avrebbe messo alla prova l’uomo di New York, che da tempo sostiene di controllare l’84 per cento di Facebook .

“Nessuna menzogna”. Così i legali dello stesso Ceglia sull’ esito del test , concentratosi sulle famigerate missive inviate dal CEO Mark Zuckerberg al giovane imprenditore della Grande Mela. Lettere autentiche, contenenti una proposta da non rifiutare: entrare a far parte del sito in blu dopo il progetto StreetFax .

Il test avrebbe dunque confermato tutto : Ceglia venne contattato da Zuckerberg per una collaborazione nel neonato TheFacebook , in cambio del 50 per cento (più bonus) del social network universitario . I legali del sito avevano recentemente obbligato quelli di Ceglia a presentare in aula dei documenti originali che provassero le accuse.

Documenti che mancano ancora, a parte l’esito della macchina della verità. Gli avvocati di Facebook hanno sottolineato come si tratti di una vera e propria macchinazione, pianificata ad hoc per frodare la corte e l’azienda in blu . Ceglia avrebbe ricavato le famose missive da un minuzioso lavoro di copia e incolla.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
20 giu 2011
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