Sono ormai assodate le infinite possibilità di condivisione sul più vasto social network del web. Ritrovando vecchi amici, raggiungendo in linea diretta i centri del potere politico. Ma Facebook è anche altro: una piattaforma ampiamente sfruttata dalle aziende, dal marketing, dagli sviluppatori al lavoro sulle applicazioni mobile .
In altre parole, è l’impatto del sito in blu sulla nuova economia globale. In particolare su quella comunitaria dei 27 paesi membri dell’Unione Europea. A studiare questo “effetto Facebook” è stata la società d’analisi Deloitte , in un report commissionato dallo stesso gigante creato da Mark Zuckerberg.
Il social network a stelle e strisce avrebbe così generato un valore pari a 15,3 miliardi di euro, alimentando l’apertura di 232mila posti di lavoro in tutta Europa . Fondamentale il traino delle aziende che – attraverso la pubblicità e le strategie di rafforzamento del brand – varrebbe qualcosa come 7,3 miliardi di euro.
Per non dimenticare la già sbandierata App Economy – ovvero basata sullo sviluppo delle applicazioni – che ora si è assestata su un valore di quasi 2 miliardi di euro con la creazione di circa 30mila posti di lavoro .
“Facebook è molto più che condividere fotografie e mantenersi in contatto con gli amici – ha spiegato il Chief Operating Officer (COO) Sheryl Sandberg – È uno strumento di valore per le piccole e medie imprese, la spina dorsale dell’economia europea. Dobbiamo pertanto essere sicuri di investire nelle giuste direzioni, in questo momento di crisi globale, per continuare ad innovare e contribuire alla crescita dell’economia”.
In Italia , questo lato economico di Facebook avrebbe generato un valore pari a 2,5 miliardi di euro, con 35mila nuovi posti di lavoro . Un modello che non si basa soltanto sull’utilizzo del sito – la cosiddetta business participation è comunque la voce principale con 1,6 miliardi di euro di valore – ma anche sull’infrastruttura tecnologica e l’effetto piattaforma (attività e applicazioni garantite dal sito in blu).
“L’Italia sa innovare e utilizza molto bene i nuovi strumenti digitali – ha spiegato Richard Allen, responsabile delle public policy di Facebook – In questo contesto Facebook è un enabler , uno strumento in grado di dare impulso alle aziende. L’Italia arriva pochissimo dopo Germania e Francia nella nostra classifica europea del business. È un Paese molto reattivo e veloce, mostra grande partecipazione nell’uso degli strumenti del social marketing”.
Mauro Vecchio