La condotta persecutoria e assillante nei confronti di una persona attraverso lo strumento di Facebook costituisce una vera e propria molestia , punibile in base al nuovo reato di stalking introdotto dall’articolo 612 bis del codice penale.
Così una recente sentenza della Sesta Sezione Penale della Cassazione, che ha in sostanza confermato la misura degli arresti domiciliari nei confronti di un ragazzo della provincia di Potenza.
Il giovane era stato denunciato presso il Tribunale di Lagonegro dalla sua ex-fidanzata, con l’accusa di aver intrapreso una condotta molesta dopo la fine della loro relazione.
Per l’accusa, c’erano stati “continui episodi di molestie, consistiti in telefonate, invii di SMS, messaggi di posta elettronica e tramite Facebook, anche nell’ufficio dove lei lavorava”.
Goccia che aveva fatto traboccare il vaso, la pubblicazione su Facebook di un filmato a luci rosse risalente al periodo della loro relazione, terminato nel luglio 2006. Il Tribunale di Potenza aveva quindi deciso di ammorbidire la pena del giovane, dal carcere agli arresti domiciliari.
Domiciliari ora confermati dalla stessa Cassazione , a cui il ragazzo si era rivolto nella speranza di sovvertire la decisione del giudice di Lagonegro. Ma la Sesta Sezione Penale ha trovato gravi indizi di colpevolezza nel caso, dato uno stato di profondo disagio nonché paura provocato alla ragazza. Di stalking si è dunque trattato, anche e soprattutto via Facebook.
Mauro Vecchio