L’ennesima tornata di modifiche alla privacy degli utenti Facebook ha destato alcune preoccupazioni alle alte sfere del Senato degli Stati Uniti. Preoccupazioni che si sono concretizzate in una lettera firmata dai senatori Charles E. Schumer, Michael Bennet, Mark Begich, Al Franken e indirizzata al fondatore e CEO di Facebook Mark Zuckerberg.
I rappresentanti della massima assemblea statunitense hanno indicato tre punti fondamentali su cui si dovrebbe intervenire quanto prima per salvaguardare la privacy degli utenti, messa seriamente a rischio dalla nuova regolamentazione che permette, tra l’altro, agli inserizionisti di conservare a tempo indefinito alcuni dati personali nonostante si fosse deciso in precedenza di non renderli pubblici: una mossa che dal punto di vista del marketing potrebbe risultare efficace sotto il profilo dell’advertising personalizzato ma che, secondo i senatori, andrebbe subito rivista rendendo più chiara la possibilità (esistente) per gli utenti di effettuare l’opt-out.
Un altro punto cardine della lettera è la richiesta di prestare una maggiore attenzione ai dati degli utenti e soprattutto alla volontà di questi ultimi di mostrarli o meno: “La scelta di Facebook di rendere disponibili pubblicamente la residenza, la città d’origine, le scuole frequentate e altre informazioni personali ha sollevato delle forti preoccupazioni – si legge nella lettera – gli utenti avrebbero preferito la possibilità di scegliere cosa fare dei propri dati”. Al momento infatti l’unico modo per non rendere accessibili tali specifiche rimane l’eliminazione di queste dal proprio profilo.
La missiva si chiude con l’auspicio, da parte dei senatori, che Facebook provveda quanto prima a rettificare quanto evidenziato , mantenendo tuttavia l’intenzione di chiedere alla Federal Trade Commission (FTC) di vagliare la faccenda: “Uno step fondamentale per mantenere chiarezza e trasparenza – hanno concludono i senatori – è quello di mettere in atto un meccanismo di opt-in che vada a sostituire le lunghe e nebulose procedure di opt-out attuali”.
A controbattere alle tesi esposte dai rappresentati del Congresso è stato Elliot Schrage, vicepresidente di Facebook con delega al marketing e alle comunicazioni, il quale ha risposto sostenendo che “le novità introdotte di recente sono state pensate per aumentare la personalizzazione e promuovere l’attività sociale in Rete, garantendo all’utente il controllo totale dei propri dati”. Tuttavia i responsabili del social network di Palo Alto hanno scelto di ascoltare la voce dei senatori, e in settimana rappresentanti di entrambi gli schieramenti si riuniranno per discutere sulle tematiche sollevate dal senatore Schumer e dai suoi colleghi.
Inoltre gli utenti che vogliono sincerarsi di quanto siano effettivamente nascosti i propri dati, anche dopo lo sviluppo di OpenGraph, possono utilizzare un tool sviluppato da Ka-Ping Yee che permette di visualizzare quali informazioni verrebbero acquisite da un’applicazione esterna che utilizzi le API Facebook.
Giorgio Pontico