Facebook, per il momento, farà a meno del patrimonio di dati raccolti con le mediazione di WhatsApp presso gli utenti europei: la pressione delle autorità del Vecchio Continente, e gli attriti con una disciplina che al di qua dell’Atlantico si dimostra più severa nella tutela della privacy dei cittadini, devono aver convinto Menlo Park a temporeggiare.
Dopo che Facebook ha scoperto le proprie carte in relazione alle motivazioni dell’acquisizione di WhatsApp annunciando l’ avvio della condivisione dei dati fra i due servizi , l’Europa non ha esitato nel mostrare perplessità e ostilità. Il quadro, per il business di Facebook, ha iniziato a farsi frammentato con la ferma opposizione delle autorità tedesche, che hanno costretto il social network a deviare dai propri piani e a rinunciare alla condivisione dei dati nel paese. In parallelo alla Germania , si sono mosse le autorità di altri stati: anche nel Regno Unito l’ Information Commissioner’s Office (ICO) ha intimato e ottenuto l’interruzione del trasferimento di dati.
Germania e Regno Unito si sono garantite la collaborazione del social network con l’inflessibilità delle rispettive autorità, ma il resto dei paesi europei non è rimasto a guardare: in Italia si sono attivati tanto l’Antitrust quanto il Garante Privacy, impensieriti dalla vaghezza delle informazioni offerte da Facebook riguardo agli obiettivi della condivisione dei dati e alle condizioni imposte agli utenti. L’Europa, nelle scorse settimane, si era altresì mossa in maniera compatta con le raccomandazioni dell’ Article 29 Working Party : le informazioni fornite riguardo alle modalità e alle finalità della condivisione dei dati, riguardo ai dati stessi oggetto di condivisione e riguardo ai meccanismi di controllo offerti agli utenti sarebbero manchevoli, osservava il Gruppo di Lavoro, e a Facebook si era suggerito di interrompere i propri piani fino a quando non avesse fornito la risposte sollecitate, utili alle autorità ad esercitare le opportune verifiche a tutela dell’utente.
Il Financial Times e fonti consultate da AFP segnalano ora che Facebook ha esteso la sospensione della condivisione dei dati a tutta l’Europa : il quotidiano britannico riferisce che la scelta del social network è stata confermata dal Garante Privacy irlandese, a cui l’azienda deve rispondere in quanto localizzata in Irlanda. L’ Irish Data Protection Commissioner’s Office ha riferito di essere al lavoro in prima persona per soppesare l’adeguatezza delle informazioni che Menlo Park ha offerto agli utenti in vista dell’eventuale opt-out.
Facebook ha dichiarato che la condivisione dei dati fra i due servizi continuerà ad essere messa in atto per contrastare lo spam , e ha ribadito la propria volontà di collaborare con le autorità per fare chiarezza.
Già in passato, e in diversi frangenti, il social network è stato costretto a scontrarsi con il quadro normativo europeo, in alcuni casi rinunciando ad implementare funzioni determinanti per il proprio business: Menlo Park, per tutta risposta, ha in certe occasioni raffigurato l’opposizione delle autorità europee come un danno inferto agli utenti, privati di funzioni di cui altrimenti avrebbero potuto godere.
Gaia Bottà