Sheryl Sandberg, Chief Operating Officer di Facebook, ha annunciato una serie di misure a sostegno dei contractor, quelle persone cioè che non fanno parte dello staff, ma che svolgono una serie di lavori e attività per il sito in blu.
La misura rientra idealmente nella campagna Silicon Valley Rising che cerca di affrontare il nodo della gentrificazione , rappresentato dall’aumento improvviso del costo delle abitazioni e della vita in una determinata zona a causa dell’arrivo di aziende e lavoratori dai salari alti: l’esplosione dell’economia delle aziende ICT ha per esempio trascinato la Bay Area nella ricchezza, lasciando però indietro la popolazione locale e coloro che non riescono ad accedere a posti di lavoro qualificati. Questi si ritrovano, magari, ad essere vicini di casa dei milionari manager di Facebook o dei suoi ben retribuiti ingegneri, facendo spesa negli stessi supermercati e subendo le conseguenze dettate sull’offerta da radicali cambi della domanda.
Così Facebook, proprio nei confronti di tali lavoratori, ha previsto una serie di misure contrattuali: nel dettaglio chiederà alcuni impegni a quelle aziende che mettono a disposizione gli impiegati che collaborano in “maniera sostanziale” con il social network.
Si tratta di esercito di cuochi e inservienti che godranno di un salario minimo fissato a 15 dollari , almeno 15 giorni di ferie pagate, malattia e assenza, e benefit da 4mila dollari a sostegno delle nuove nascite se non ricevono già i congedi retribuiti nel momento in cui diventano genitori.
Quello con il salario minimo a Facebook, per distacco, è dunque adesso colui che ne è al vertice: il giovane CEO – ormai miliardario grazie alle azioni del social network – vuole dare prova della propria sensibilità nei confronti di questo argomento e per questo si è tagliato lo stipendio ad un simbolico dollaro, come il CEO di Google Larry Page.
Claudio Tamburrino