I principi della neutralità della Rete hanno orientato le autorità indiane nella loro decisione: il servizio Free Basics, piattaforma con cui Facebook, in un regime zero rating basato su accordi con gli operatori mobile, intendeva fornire accesso ad un ventaglio di servizi correlati al social network o selezionati dal social network, è fondamentalmente discriminatorio, e l’India non lo accetterà.
Le autorità indiane, nel mese di dicembre, avevano ordinato una sospensione del servizio sulla base dei dubbi e delle critiche in materia di net neutrality sollevati dai cittadini, nonostante la ridefinizione della piattaforma Free Basics in senso più inclusivo e con maggiore attenzione alla sicurezza.
Proprio mentre si svolgeva la consultazione pubblica, il social network sborsava milioni di dollari per convincere l’India e il mondo del proprio altruismo nel supportare programmi di selezione e promozione di certe applicazioni e servizi il cui traffico dati non avrebbe pesato sulle tariffe degi utenti. La massiccia campagna mediatica con cui Facebook ha difeso la propria iniziativa ha evidentemente irrigidito l’autorità di regolamentazione delle TLC indiana sulle sue posizioni, come sembrava già suggerire il botta e risposta con il social network dei giorni scorsi, l’autorità a sollecitare risposte concrete, Facebook a difendere la mobilitazione precompilata a cui ha invitato i propri utenti.
Poco importa, dunque, che Facebook propagandi la propria missione come la soluzione dal digital divide: “Nessun fornitore di servizi – ha decretato ora il regolatore – deve offrire o imporre tariffe discriminatorie sui servizi dati sulla base dei contenuti da fruire”. L’ ordinanza dispone che, fatta eccezione per i servizi di emergenza, gli operatori non possano stipulare accordi che discriminino certi tipi di traffico dati . Coloro che contravverranno a questa disposizione rischiano multe di 50mila rupie (circa 660 euro) per giorno di violazione, a raggiungere un massimo di 5 milioni di rupie.
“Abbiamo concluso – spiega l’autorità indiana – che le politiche di differenziazione di prezzo non siano nell’interesse dei consumatori o nell’interesse della crescita di Internet”. La maggior parte della popolazione è ancora disconnessa, si osserva nella decisione: “permettere che fornitori di servizi definiscano la natura dell’accesso è come permettere agli operatori di connettività di definire l’esperienza di Internet degli utenti”.
La decisione pesa tanto su Reliance Communication, che si era accordato con Facebook per offrire gratuitamente i servizi Free Basics, quanto su tutti gli altri operatori che abbiano messo a disposizione servizi basati su dinamiche zero rating. Facebook, passivamente investita dall’ordinanza, ha già espresso il proprio disappunto: il social network “continuerà ad impegnarsi per eliminare le barriere e fornire a coloro che non sono connessi una strada più facile per accedere a Internet e alle opportunità che reca con sé”.
Gaia Bottà