Secondo un articolo pubblicato dal Sunday Times di Londra, basato su fonti anonime, Facebook avrebbe letto i messaggi di testo dei propri utenti durante una prova per il lancio del proprio servizio di messaggistica. Il social network sarebbe quindi in grado di frugare fra gli SMS di chi ha l’applicazione di Zuckerberg installata sul proprio smartphone.
Nel giro di poche ore è arrivata la risposta di Facebook, rilanciata da Business Insider . Il social network ha smentito categoricamente e ha definito le accuse inesatte e fuorvianti. L’applicazione Facebook del marketplace di Android comprende un servizio che include la lettura e la scrittura degli SMS . Tale servizio sarebbe in funzione perché sono stati fatti alcuni test, che non hanno coinvolto comuni cittadini, per il lancio di una nuova funzione di scambio di messaggi di testo. Il social network specifica che il servizio, non ancora disponibile al grande pubblico, sarà in funzione con la versione 1.7 e, oltre a contenere la licenza di autorizzazione all’uso dei dati personali , sarà accompagnata da una guida appropriata che ne spiega il funzionamento.
Facebook attacca: “Sunday Times sbaglia completamente quando afferma che Facebook stia leggendo gli SMS della gente. Sbaglia nella terminologia e sbaglia quando sostiene che l’applicazione è già stata implementata”. Infine conclude “Sì, l’app ha tecnicamente la capacità di integrarsi con il sistema SMS dei telefoni cellulari, ma è solo per i nostri test”.
Questa vicenda aprirebbe scenari ben più ampi: sempre secondo il Sunday Times anche altre aziende come Yahoo, Google, Flickr e YouTube avrebbero accesso a una vasta gamma di dati personali grazie alle proprie applicazioni sui cellulari. Non si tratta di una novità : Twitter, ad esempio, ha già ammesso di conservare sui propri server, per 18 mesi, i dati personali degli utenti della la funzione “Trova amici” sulla propria applicazione smartphone.
“Le vostre informazioni personali sono un bene prezioso e le aziende fanno di tutto per metterci il più possibile le mani sopra” ha commentato Emma Draper del gruppo Privacy International . In base a una ricerca il 70 per cento di chi scarica applicazioni sui propri cellulari raramente legge il documento dedicato all’autorizzazione al trattamento dei dati personali .
Gabriella Tesoro