Tolleranza zero per tutte quei servizi specializzati nel traffico di dati personali a scopi pubblicitari. È quanto di recente annunciato da un post apparso sul blog degli sviluppatori di Facebook, ad annunciare un vero e proprio giro di vite contro il trattamento non autorizzato di un’imponente mole di informazioni relative a svariati milioni di utenti.
I vari sviluppatori rischieranno ora l’esclusione temporanea dal sito in blu, una messa al bando per un periodo quantificabile in sei mesi . Il ritorno su Facebook sarà quindi garantito solo ad una specifica condizione : terminare ogni pratica di trasmissione dei cosiddetti Facebook ID – quel numero unico che viene assegnato a ciascuno dei profili registrati – verso aziende specializzate nella profilazione mirata all’ advertising .
Tra queste la startup californiana Rapleaf, finita nella lista degli spifferoni precedentemente stilata dal quotidiano statunitense Wall Street Journal . Stando al post apparso sul blog ufficiale di Facebook, i vertici di Rapleaf hanno acconsentito all’ eliminazione di tutti gli ID entrati in loro possesso, di conseguenza invitati a non condurre altre attività sulla piattaforma social da 500 milioni di utenti.
Il sito in blu ha inoltre sottolineato come i data broker coinvolti siano decisamente meno di quelli elencati dal Wall Street Journal , oltretutto di scarsa importanza e non legati alle prime dieci app videoludiche (l’inchiesta aveva infatti tirato in ballo FarmVille e Mafia Wars ). È però vero che quelle evidenziate dal sito in blu – che avrebbero dunque rastrellato i numeri unici – possono attualmente contare su una base di circa 50 milioni di utenti .
Mauro Vecchio