Facebook, fuori dall'Eden

Facebook, fuori dall'Eden

La tentazione all'infedeltà è troppa. Per queste ragioni, secondo un reverendo del New Jersey, chi è sposato deve chiudere Facebook
La tentazione all'infedeltà è troppa. Per queste ragioni, secondo un reverendo del New Jersey, chi è sposato deve chiudere Facebook

“Fuori Facebook dal giardino dell’Eden dei coniugi”. È l’appello che ha fatto un reverendo del New Jersey, Cedric Miller, a tutti i parrocchiani sposati a chiusura della messa domenicale.
L’invito di Miller, preoccupato per le conseguenze che i social network e in particolare Facebook stanno avendo sul suo gregge, è quello di chiudere gli account Facebook di tutte le persone coniugate per salvaguardare l’incolumità dei loro matrimoni .

La colpa di matrimoni finiti prima di iniziare o distrutti dopo anni di rapporto per aver peccato di adulterio sta aumentando progressivamente, secondo le parole del ministro della fede, e il colpevole sarebbe proprio il social network più famoso al mondo, Facebook.
E se prima si trattava di una semplice convinzione diffusa nell’opinione pubblica ora è una certezza statistica : Internet, luogo assoluto di perdizione, istiga al tradimento. Circa un adulto su cinque usa Facebook per flirtare, secondo un rapporto del 2008 dal Pew Internet e American Life Project . L’ American Academy of Matrimonial Lawyers riporta che l’81 per cento dei suoi clienti accusati di infedeltà coniugale sono stati scoperti, con prove schiaccianti, su Facebook, MySpace, Twitter e altri siti di social networking. La parola “Facebook” compare in circa una causa su cinque.

Negli ultimi sei mesi – secondo le dichiarazioni di Miller riportate da Associated Press – 20 coppie sotto la sua ala sono cadute in guai coniugali perché l’uno o l’altra partner avevano accettato, sul sito blu, la richiesta d’amicizia di un ex amante.
Il reverendo, da tempo preoccupato della capacità dei social network di aumentare le possibilità d’incontro e di abbattere i passi tipici del corteggiamento, aveva ordinato di chiudere i loro profili Facebook a 50 persone sposate operanti attivamente nella comunità: in caso di mancato recepimento del consiglio, avrebbero perso le cariche ricoperte.
La battaglia di Miller era iniziata già qualche tempo fa quando aveva chiesto ai membri sposati che frequentavano la sua parrocchia di scambiare e condividere le loro password con il coniuge.

“Il consiglio è diretto a tutta la Chiesa – predica Miller – spero che la gente segua il mio consiglio”.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
18 nov 2010
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