Velocità e qualità dei contenuti: questo il doppio binario su cui continua a muoversi Facebook guardando al futuro. L’ ultima dimostrazione è data dalle anticipazioni sul fronte Instant Video , funzione che permetterà il pre-caricamento dei contenuti audiovisivi in modo da permetterne la visione con minimo consumo di dati e attesa di caricamento azzerata.
Facebook Instant Videos coming soon? ⚡️
h/t Devesh Logendran pic.twitter.com/rNZYkbeL2r
– Matt Navarra ⭐️ (@MattNavarra) 11 settembre 2017
La nuova funzione è per il momento in fase di testing solo sui dispositivi di alcuni utenti Android , ma in pratica prevede da parte di alcuni video il download quando si è collegati a rete WiFi ed il pre-caricamento degli stessi nell’app Facebook prima che questa venga aperta: in pratica permetterebbe un notevole risparmio di dati, favorendo al contempo la visione nelle aree prive di connessione; un risultato che sembra legarsi anche al progetto Internet.org che punta a colmare le mancanze delle aree digital divise.
Sempre guardando al tipo di contenuti e alle persone da connettere, poi, vanno anche gli sforzi relativi ad una nuova funzione che porta Facebook al confine con LinkedIn : si tratta per il momento di poche linee di codice che servono per sviluppare la possibilità per gli utenti di adottare mentori o assistiti , un archetipo di nuovo rapporto che ammicca alle raccomandazioni del social network per il mondo del lavoro e ai suoi tipi di interazione creando tra gli utenti forme di conoscenza basate sull’educazione comune, l’area geografica e, soprattutto, la professione svolta. Un piccolo passo che potrebbe significare anche lo sviluppo di nuove tipologie di contenuti.
Insomma, guardando al futuro Facebook non vuole fermarsi davanti a nulla, né alla specializzazione nel campo professionale di LinkedIn, né a possibili problemi relati all’adozione in grande velocità di nuove funzioni, che si aggiungono a quelli che deve già affrontare in più parti del mondo.
Le propaggini del Russiagate e la multa spagnola
Il social network in blu, d’altra parte, è profondamente (ancorché involontariamente) coinvolto nel cosiddetto Russiagate : da ultimo tramite le funzioni offerte dai suoi eventi, che a quanto pare sono state sfruttate dagli oppositori russi per organizzare manifestazioni anti-immigranti sul suolo degli Stati Uniti in ottica di destabilizzazione della campagna elettorale e a tutto vantaggio di Donald Trump. A confermarlo è un portavoce del social network che parla di “numerosi eventi chiusi nella pulizia effettuata a posteriori”.
Inoltre, Facebook dovrà vedersela con una multa da 1,2 milioni di euro emessa dall’Autorità Garante della privacy spagnola per la mancata trasparenza da parte del social network in merito alle sue pratiche di raccolta dati e la conseguente modalità di utilizzo: “Le policy relative alla privacy di Facebook contengono termini generici e non chiari e il consenso degli utenti non è adeguatamente ottenuto”.
Claudio Tamburrino