La politica ha stancato. Aveva invaso Facebook forte delle sinergie reciproche che la piattaforma e questo ambito nutrono, ma al tempo stesso creava una deleteria scia di polarizzazione sociale non più accettabile. Secondo quanto appreso da Axios, dopo alcuni test Facebook avrebbe deciso: meglio abbandonare le tematiche politiche di attualità, depotenziandone la presenza nei News Feed in divenire.
Meno politica su Facebook
Il test è stato portato avanti negli Stati Uniti e presto potrebbe essere ampliato anche in altri Paesi (anche europei). L’idea è quella per cui abbassare i contenuti politici nella dieta quotidiana sui social possa eliminare tossine sociali accumulatesi nel tempo e tali da rendere le bacheche Facebook meno interessanti. Troppi litigi, troppe prese di posizione, troppi esperti in tutto ogni singolo giorno: se non si possono eliminare del tutto certe derive, si può almeno fare qualcosa per tentare di limitarle e rendere così Facebook un “luogo” migliore presso cui vivere.
Le riflessioni di Facebook sul mondo politico sono in essere da tempo, ma l’apice è stato sicuramente toccato con l’avvicinarsi alle recenti elezioni presidenziali USA, quando si è conclusa tra i disordini l’era Trump ed i social media sono stati tirati pesantemente in ballo per le loro responsabilità sull’accaduto. La polarizzazione politica è stata fin qui linfa vitale per Facebook, ma gli eccessi rischiano di rendersi deleteri anche per la piattaforma che più di ogni altra ne ha giovato: il modo in cui Zuckerberg andrà a riposizionare il network sul tema potrebbe modificare l’impatto del traffico per alcune testate giornalistiche, potrebbe abbassare l’appetibilità di alcuni profili e potrebbe ridurre la presenza di certe tematiche nella dieta mediatica quotidiana degli elettori.
Tanta roba tutta assieme, insomma: al momento non è chiaro se anche l’Italia ne sarà coinvolta, ma i test hanno fin qui toccato il vecchio continente passando esclusivamente per Spagna, Svezia e Irlanda. Un’esperienza social più gradevole è tuttavia benedetta, soprattutto se le risultanze nel dibattito pubblico potranno essere virtuose. Ridurre gli spazi di confronto, in certi casi, potrebbe essere tutto sommato un passo avanti positivo: meno rumore di fondo, minori strumentalizzazioni dell’attualità e minor margine di engagement per la disinformazione. Forse. Vedremo.