Tre giudici circondati dai dubbi, in attesa di una decisione che potrebbe cambiare il corso della storia di Facebook. Da una parte i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, ancora irritati per uno scippo da 50 miliardi di dollari . Dall’altra Mark Zuckerberg, il nuovo uomo dell’anno secondo la rivista Time .
Un alone di perplessità è però calato sulla corte d’appello di San Francisco: è cosa buona e giusta riaprire il fuoco della battaglia legale? Tornare su un caso chiuso ormai anni fa, con un accordo del valore complessivo di 65 milioni di dollari ?
Zuckerberg è stato accusato di frode , di aver mentito circa l’effettivo valore dell’azienda da lui fondata e attualmente guidata. I vertici di Facebook avrebbero omesso di rivelare ai legali dei due gemelli l’esatto valore complessivo dell’intero pacchetto azionario dell’azienda in blu .
Ma i tre giudici di San Francisco vorrebbero andarci piano , pensare prima di stracciare un accordo che aveva posto fine ad una delle più agguerrite sfide per la proprietà intellettuale. La corte ha posto ai legali dei gemelli Winklevoss alcuni cruciali interrogativi.
Perché mai è stato fatto cieco affidamento su un comunicato stampa relativo ad introiti e valore effettivo di Facebook? I Winklevoss hanno infatti accusato Zuckerberg di non averli mai aggiornati sul reale calcolo, a loro dire minore di quello evidenziato nel comunicato stampa.
Altro dubbio . Come è possibile che un esperto di mercato come il padre di Cameron e Tyler non abbia controllato le varie carte o magari chiesto di consultare dati alternativi a quelli forniti dal sito in blu?
E ancora . Come è possibile che una squadra legale come quella dei gemelli non abbia ottenuto documenti più “affidabili” per calcolare i termini finanziari dell’accordo di 65 milioni di dollari? Dubbi che potrebbero portare la corte californiana a respingere il tentativo di ricorso da parte dei fratelli.
Mauro Vecchio