Un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Angelino Alfano, presentata dal deputato PdL Maurizio Bianconi dopo la lettera di scuse inviatagli dai responsabili di Facebook. Il social network californiano avrebbe ammesso le sue colpe nella cattiva gestione dei dati personali degli utenti tricolore, probabilmente a causa del baco nello strumento Download Your Information (DYI) denunciato alla fine dello scorso giugno.
Stando a quanto dichiarato in aula dall’On. Bianconi, Facebook avrebbe intrapreso “azioni di lesione della privacy e gravi infortuni sull’avvenuta e non voluta pubblicità di dati sensibili”. Viene dunque citato il bug che ha permesso a soggetti terzi di accedere agli indirizzi di posta elettronica o ai numeri di telefono di milioni di account , comunicato dalla squadra dei white hat in blu solo dopo la sua definitiva risoluzione.
“Facebook compie azioni di dubbia correttezza nei confronti dei dati sensibili forniti dagli utenti – ha continuato Bianconi – La privacy di oltre 13 milioni di italiani è a rischio. Ci troviamo di fronte a una violazione palese e continua non solo degli articoli 14, 15, e 21 della Costituzione, ossia rispettivamente quelli riguardanti il domicilio, la libertà e la segretezza della corrispondenza e la libertà di pensiero, ma soprattutto dell’articolo 2 della Costituzione che riguarda i diritti inviolabili dell’uomo”.
Lo stesso tesoriere del PdL ha sottolineato come la piattaforma californiana risulti parecchio carente nell’adozione di efficaci misure di sicurezza interna: le missive di scuse da parte degli amministratori di sistema sarebbero eccessivamente frequenti . “A questo punto, di fronte all’enorme diffusione e all’ancor più enorme e pericoloso impatto che ne potrebbe derivare, è necessario che il ministero dell’Interno predisponga al più presto una verifica e gli opportuni controlli in merito, per non mettere a rischio la sicurezza di milioni di italiani”, ha concluso Bianconi.
Mauro Vecchio