È tornato in un ambiente familiare, puntando su un cavallo di battaglia che ha contribuito alla sua vittoria elettorale. Barack Obama si è recato presso la sede di Facebook per parlare di argomenti caldi in un momento cruciale per il suo governo.
Deficit di budget, politica energetica, affari esteri e sicurezza sociale : questi alcuni dei temi affrontati dal Presidente sul palcoscenico di Palo Alto , affiancato da Mark Zuckerberg in veste di moderatore e seguito da una folta platea.
Gli “amici” di Facebook di Obama non hanno risparmiato critiche dure al suo operato, facendo fioccare sulla bacheca ufficiale del Presidente giudizi alquanto aspri: “Signor Presidente, quando ha vinto il premio Nobel per la pace ha pensato: Io sto per bombardare la Libia ?”; “Vorrei tanto sapere come puoi negare un aumento di spesa nella sicurezza sociale davanti a una platea sostenendo che non c’è stato un innalzamento del costo della vita con il prezzo del gas raddoppiato che ha prodotto spese più alte su tutto ciò che deve essere trasportato”; “Signor Presidente, mi piacerebbe anche sapere perché odia così tanto questo fantastico paese”. Ma c’è stato spazio anche per gli elogi: “Questo è un uomo che si batte per tutti. Avrebbe fatto altre cose se non avesse dovuto fronteggiare il Tea Party”, scrive un fan del “candidato Facebook”.
Obama ha rivolto una parte consistente del proprio discorso al tema della tecnologia , rintracciando connessioni significative con un’altra questione che da sempre interessa la politica d’Oltreoceano: l’immigrazione. “Se portiamo immigrati altamente specializzati nel nostro paese, per quale motivo vogliamo che poi se ne vadano?” ha detto l’inquilino della Casa Bianca accompagnato da uno scroscio di applausi. “Sono generatori di lavoro. Noi non desideriamo che Intel apra in Cina o Francia. Noi vogliamo che le aziende siano insediate qui”. E un desiderio : “Voglio che le persone guardino a Internet come fosse il prossimo sbarco sulla Luna”.
Obama ha abilmente usato Facebook e gli altri social media per contattare i suoi elettori, raccogliere denaro e mobilitare forze con 19,3 milioni di “like” sul sito in blu. Tuttavia, questo dato non è necessariamente positivo per governare, sostiene Andy Smith, autore del libro The Dragonfly Effect: Using Social Media for Impact . “Ha compreso il potere della tecnologia e come le persone usano l’informazione su Facebook e altrove” commenta Chris Hughes, cofondatore di Facebook e ora direttore esecutivo di Jumo.
Cristina Sciannamblo