Facebook e Instagram a pagamento: pratica ingannevole?

Facebook e Instagram a pagamento: pratica ingannevole?

Secondo le rete CPC e la Commissione europea, il modello "pay or consent" di Facebook e Instagram è una pratica ingannevole, sleale e aggressiva.
Facebook e Instagram a pagamento: pratica ingannevole?
Secondo le rete CPC e la Commissione europea, il modello "pay or consent" di Facebook e Instagram è una pratica ingannevole, sleale e aggressiva.

Meta avrebbe violato le legge europea che tutela i consumatori con l’introduzione del modello “pay or consent” per Facebook e Instagram. L’accusa arriva dalla rete CPC (Consumer Protection Cooperation) che ha ricevuto segnalazioni da BEUC a fine novembre 2023 e da altre organizzazioni nazionali. L’azienda di Menlo Park dovrà rispondere entro il 1 settembre.

Pratiche ingannevoli e aggressive?

La rete CPC, che include autorità responsabili dell’applicazione della legislazione dell’UE in materia di tutela dei consumatori, ha inviato una lettera a Meta per segnalare la possibile violazione della legge attraverso pratiche ingannevoli e aggressive. L’azione, coordinata dalla Commissione europea, è stata avviata in seguito all’introduzione dell’abbonamento per Facebook e Instagram che, secondo Meta, rispetta la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Il cosidetto modello “pay or consent” prevede il pagamento di 9,99 euro/mese per eliminare le inserzioni dai social network. In alternativa è possibile accedere gratuitamente, ma gli utenti devono consentire l’uso dei dati per gli annunci personalizzati.

Le autorità CPC ritengono che il suddetto modello potrebbe violare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali e la direttiva sulle clausole contrattuali abusive. Queste sono in dettaglio le pratiche:

  • uso fuorviante del termine “gratis”, in quanto gli utenti che non desiderano abbonarsi sono obbligati ad accettare l’uso dei loro dati per mostrare annunci personalizzati
  • utenti confusi perché costretti a navigare tra diverse schermate delle app o della versione web di Facebook e Instagram e a cliccare su link che portano a diverse parti delle condizioni di servizio o dell’informativa sulla privacy per scoprire in che modo Meta userà le loro preferenze, i loro dati personali e i dati da essi stessi generati per mostrare annunci personalizzati
  • uso di un linguaggio e di termini imprecisi, per esempio “le tue informazioni” per riferirsi ai dati personali dei consumatori, o tali da suggerire che i consumatori che decidono di pagare non vedranno nessun annuncio, anche se potrebbero ancora vederne quando interagiscono con contenuti condivisi tramite Facebook o Instagram da altri utenti della piattaforma
  • pressione sui consumatori che hanno sempre usato Facebook e Instagram gratis prima dell’introduzione del nuovo modello commerciale, e per i quali i due social network sono parte integrante della loro vita sociale e delle loro interazioni, affinché compiano una scelta immediata, impedendo loro di accedere agli account prima di scegliere e senza quindi dare loro un preavviso, tempo sufficiente e una reale opportunità per valutare in che modo la scelta potrebbe influire sulla relazione contrattuale con Meta

Meta dovrà rispondere entro il 1 settembre e proporre soluzioni. In assenza delle necessarie modifiche, le autorità CPC potrebbero imporre specifiche misure, inclusa una sanzione. BEUC ha ovviamente manifestato la sua soddisfazione.

La Commissione europea sottolinea che l’azione è distinta da altri procedimenti in corso, ovvero la richiesta di informazioni sulla base del Digital Services Act e l’indagine avviata sulla base del Digital Markets Act, per la quale sono state pubblicate le conclusioni preliminari. Anche il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha criticato il modello “pay or consent”. È stata inoltre avviata una valutazione da parte della Data Protection Commission dell’Irlanda in base al GDPR.

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Pubblicato il
22 lug 2024
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