Facebook ha messo le mani avanti ed ha avvertito i propri clienti e partner: la monetizzazione dell’advertising sulle app del gruppo sono destinate in alcuni casi a perdere gran parte della propria efficacia e tutto ciò non a causa di decisioni prese a Menlo Park, ma a seguito di quanto deciso a Cupertino. Chi aveva basato il proprio modello di business o il baricentro della propria visibilità su questo fronte, insomma, dovrà rapidamente studiare la situazione: il rischio è di veder crollare i paradigmi sui quali si era costruita fin qui la propria presenza online dal punto di vista dell’advertising.
iOS 14 è un problema per la pubblicità
Il problema è infatti insito in iOS 14 e nelle restrizioni che apporta per tutelare meglio la privacy degli utenti (o almeno è questa la motivazione addotta dal gruppo guidato da Tim Cook). Tali restrizioni colpiranno in modo particolare il cosiddetto Identifier for Advertiser (IDFA), un identificativo che consentiva di personalizzare in modo particolare gli annunci pubblicitari al fine di renderli più efficaci.
Ciò avrà due conseguenze immediate ed una lunga serie di conseguenze di medio periodo. Nell’immediato il problema è per inserzionisti e sviluppatori, poiché da una parte verrà meno l’efficacia degli investimenti pubblicitari mentre, dall’altra, verranno meno le opportunità di monetizzazione. Nel lungo periodo il problema sarà chiaramente anche tutto di Facebook, che da questa situazione dovrà uscirne con nuove soluzioni in grado di recuperare gli ammanchi. Tale situazione verrà a crearsi esclusivamente sull’utenza iOS, comunque una fetta cospicua del totale: le previsioni sono quelle di introiti più che dimezzati, con pubblicità meno pertinenti e maggior difficoltà di conversione.
Facebook da parte sua si rammarica per l’accaduto, sottolineando come le scelte di Cupertino andranno a pesare su sviluppatori ed inserzionisti in un momento già di per sé particolarmente complesso sotto molti punti di vista. La sensazione è che questi ultimi saranno tuttavia vittime sacrificali di una guerra che si combatte a livelli ben più alti, ove in ballo vi sono gli equilibri degli investimenti pubblicitari tra marketplace di applicazioni e social network.