Si definiscono sempre di più i dettagli dell’esordio sul mercato dei titoli pubblici di Facebook: secondo quanto scritto nei documenti preparatori, il social network programma di raccogliere 13 miliardi di dollari , che corrisponderebbero ad una valutazione complessiva dell’azienda tra i 77 e i 96 miliardi, appena la metà di Google ma il doppio di HP.
Secondo i documenti consegnati alla Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle aziende quotate, il sito in blu prevede di fissare per la sua offerta pubblica iniziale ( initial public offering , IPO) i 337 milioni di azioni ad un prezzo compreso tra i 28 e i 35 dollari .
Venderanno parte delle proprie azioni anche i grandi investitori come Goldman Sachs, i venture capitalist Greylock e Peter Thiel (fondatore anche di PayPal) e grandi aziende come Microsoft, così come lo stesso Mark Zuckerberg: il fondatore e CEO intende, in ogni caso, mantenere il controllo su circa il 57,3 per cento dell’azienda.
Si tratterà di un momento cruciale per il sito in blu, non solo perché sono coinvolte cifre record (a cui hanno esordito finora solo 13 aziende tra cui Visa, General Motors e AT&T), ma anche perché alcuni dei suoi sviluppatori in questi anni di lavoro hanno ricevuto azioni di Facebook come benefit e pagamenti.
Un’ombra di dubbio sembra però insinuarsi nella sempre più concreta strategia di Facebook: negli stessi documenti si paventano fattori di rischio come il “cambiamento nei sentimenti degli utenti nei confronti della qualità e dell’utilità dei nostri prodotti o i dubbi legati a privacy e condivisione”.
Claudio Tamburrino