In seguito allo scandalo Cambridge Analytica nel 2018, il consiglio di amministrazione di Facebook (oggi Meta) aveva considerato la possibilità di offrire una versione del social network in abbonamento senza inserzioni pubblicitarie. Questa opzione è stata svelata durante il quarto giorno del processo antitrust.
Abbonamento ad-free in risposta alle critiche
Lo scandalo Cambridge Analytica è scoppiato circa sette anni fa, dopo le rivelazioni di un ex dipendente. La società di consulenza britannica ha utilizzato un’app (This Is Your Digital Life) per raccogliere i dati di oltre 87 milioni di utenti, senza il loro consenso, a scopo di propaganda politica. Durante la sua testimonianza al Congresso, Mark Zuckerberg ha chiesto scusa per l’accaduto assumendosi la responsabilità.
Una slide mostrata durante la testimonianza dell’ex Chief Operating Officer Sheryl Sandberg ha confermato l’ipotesi di introdurre una versione a pagamento di Facebook senza inserzioni pubblicitarie. Lo scopo era offrire una maggiore privacy, in modo da rispondere al famoso meme “se non paghi per un servizio, il prodotto sei tu“.
Alla fine, l’azienda ha deciso di limitare l’accesso ai dati da parte degli sviluppatori. Oltre cinque anni dopo lo scandalo, Meta ha effettivamente annunciato l’abbonamento per Facebook (e Instagram), ma solo in Europa. Secondo l’azienda di Menlo Park, questa soluzione rispetta il Digital Markets Act. La Commissione europea ha invece avviato un’indagine e accertato la violazione. Nelle prossime settimane dovrebbero essere comunicati l’esito finale e la probabile sanzione.
Durante la sua testimonianza, Mark Zuckerberg ha dichiarato che uno dei principali concorrenti è TikTok. Gli avvocati di Meta cercano di dimostrare che la definizione di mercato rilevante è sbagliata perché i rivali sono più di quelli considerati dalla FTC (Snapchat e MeWe).