Facebook, la censura del nudo artistico sarà giudicata in Francia

Facebook, la censura del nudo artistico sarà giudicata in Francia

Il social network dovrà rispondere di fronte alla giustizia francese, e non statunitense, del blocco dell'account di un professore d'Oltralpe, punito per aver postato L'Origine del Mondo
Il social network dovrà rispondere di fronte alla giustizia francese, e non statunitense, del blocco dell'account di un professore d'Oltralpe, punito per aver postato L'Origine del Mondo

La Corte d’appello di Parigi ha stabilito il diritto di un utente francese di veder ascoltate le proprie ragioni nei confronti di Facebook davanti ad un Tribunale francese.

A dar vita al caso il dipinto L’Origine del Mondo , opera del 1866 di Gustave Courbert che rappresenta una descrizione quasi anatomica di un organo genitale femminile: pur essendo tra le opere ospitate nel Musee d’Orsay di Parigi, per il sistema di Facebook ed in quanto tale – seppure arte – sarebbe troppo esplicita e quindi violerebbe le sue policy: per questo è stato bloccato l’account di un professore che l’aveva condivisa sulla sua homepage nel 2011.
Contro la decisione del social network l’uomo era ricorso al tribunale francese che ha stabilito ora di avere l’autorità per valutare il caso , ma contro cui aveva fatto ricorso il social network contestando la competenza giuridica e chiedendo che fosse il foro californiano ad occuparsi del caso in quanto relativo all’interpretazione di un contratto di licenza e delle sue condizioni di utilizzo che fanno riferimento specificatamente alla giurisdizione a stelle e strisce.

Da una questione di morale lo scontro è così diventato l’occasione per veder discussa la questione della responsabilità extra-territoriale di servizi come Facebook e la facoltà delle autorità locali di chiamarli in causa per situazioni che coinvolgono i propri cittadini e di conseguenza il proprio territorio.

Il professore si è visto bloccare l’account, dunque, può proseguire la sua causa davanti al Tribunale di Parigi che dovrà valutare la sua richiesta di 20mila euro di danni per la censura subita : “È una grande soddisfazione – ha affermato il suo avvocato – ed una grande vittoria per un’azione legale lunga già cinque anni e che rappresenta un messaggio forte per tutti i giganti del Web”.
Indipendentemente da come si concluderà il caso specifico, infatti, la decisione può stabilire un precedente per quanto riguarda le competenze giurisdizionali nei casi che vedono coinvolti servizi online forniti da multinazionali.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
16 feb 2016
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