Facebook, la nuova misura del tempo per i video maker

Facebook, la nuova misura del tempo per i video maker

Il social network ha annunciato una nuova unità di misura del tempo, una frazione di nanosecondo utile soprattutto a chi realizza contenuti video per la visualizzazione su display tradizionali o anche in VR
Il social network ha annunciato una nuova unità di misura del tempo, una frazione di nanosecondo utile soprattutto a chi realizza contenuti video per la visualizzazione su display tradizionali o anche in VR

Dalla divisione “virtuale” di Facebook (Oculus) arriva il “flick”, nuova unità di misura del tempo progettata specificamente per rendere più precisa la misurazione della durata di un frame in un video. Flick deriva infatti da “frame-tick”, e viene proposta dagli ingegneri del social network come soluzione ai problemi di sincronizzazione tra i contenuti video e le diverse frequenze di refresh dei display oggi in circolazione.

Facebook descrive un flick come la più piccola unità di tempo più grande di un nanosecondo, e un flick equivale precisamente a 1/705.600.000 di secondo in codice C++. In questo modo, una frequenza di refresh da 24Hz (24 frame al secondo) equivale a 29.400.000 flick, 30Hz sono 23.520.000 flick, 120Hz 5.880.000 flick e via elencando.

Flick risponde alla necessità di utilizzare numeri interi ben definiti per calcolare l’esatta durata temporale di un frame video, spiega ancora Facebook, un modo per evitare di ricorrere ai numeri decimali dove i valori dopo la virgola vengono approssimati e non risultano mai precisi.

Per Facebook i flick rappresentano la soluzione ideale nella realizzazione di video ed esperienze immersive, dove la sincronizzazione tra ciò che capita su schermo e gli eventi predefiniti della simulazione VR è fondamentale per la fruizione da parte dell’utente.

Oltre alla VR e ai video, infine, i flick possono essere adoperati in tutti quei contesti in cui la succitata sincronizzazione è utile a garantire stabilità, sicurezza e precisione allo sviluppo di software.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 gen 2018
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