Un video che dimostra di saper catturare l’interesse degli utenti è il miglior veicolo per una pubblicità di valore: Facebook è intenzionata a imprimere una accelerata all’advertising in blu, sperimentando con un nuovo formato che promette di tributare ai produttori di contenuti video la stessa percentuale attualmente offerta da YouTube.
Facebook sta da tempo investendo sul proprio versante video, offrendo strumenti , formati e canali ai produttori di contenuti: i risultati non mancano , in termini di gradimento da parte degli utenti, ma chi crea e pubblica clip, fino a questo momento , si è limitato ad scommettere, senza raggranellare i denari che offrono altre piattaforme come YouTube. Le sperimentazioni di Facebook per innescare la monetizzazione dei video, indispensabili per ritagliarsi nuove opportunità di business in un ecosistema già intriso di pubblicità , sono state avviate da mesi, sondando il terreno presso gli utenti, con incentivi economici per la pubblicazione di contenuti, avviando dei programmi di revenue sharing con dei publisher selezionati per delle particolari categorie di video. Solo dalla scorsa estate, però, il social network ha iniziato a dare forma a quello che potrebbe essere il formato capace di muovere un business fruttuoso per i creatori, a partire dagli spot inseriti nelle dirette di Facebook Live .
Le fonti di Recode , come accennato in passato dalla dirigenza di Menlo Park, suggeriscono che Facebook sia pronta a dispiegare presso i video ordinari i formati di advertising già visualizzati nelle dirette: si tratta di un formato mid-roll , che irromperà nei video che durino almeno 90 secondi . Facebook, con metriche non sempre precise , conteggia le visualizzazioni che durino almeno 3 secondi dall’autoplay del contenuto: il nuovo formato di advertising sarà mostrato però solo nel caso in cui la clip sappia avvincere, non prima dello scoccare del ventesimo secondo di visualizzazione da parte dell’utente. In questo modo, stima evidentemente Facebook, l’utente si sorbirà l’advertising ritenendo valga la pena di attendere 15 secondi per proseguire con la fruizione del video di suo interesse.
Gli inserzionisti che vogliano investire sugli In-Stream Video potranno indirizzare i propri spot sulla base di categorie, approfittando di filtri per escluderne altre: la possibilità di scelta per il piazzamento, per ora, appare limitata, in quanto non si permette di associare l’advertising a determinati produttori di contenuti.
A favore dei produttori di video, inizialmente una schiera di partner selezionati, il social network offrirà il 55 per cento del ricavato dell’advertising: è quanto offre YouTube, con cui Facebook si mette ora in esplicita competizione.
Gaia Bottà