L’eterna lotta tra guardie e ladri su social network come Facebook e Twitter ha assunto la forma della lotta tra gestori e spammer interessati ai grandi numeri di netizen per creare un circolo vizioso di messaggi pubblicitari indesiderati: ora Facebook ha segnato un altro punto a suo favore riuscendo ad ottenere una condanna per uno dei più attivi sulla sua piattaforma.
Il Facebook Security Team ha divulgato la notizia di una vittoria importante, quanto meno dal punto di vista dell’immagine: una corte federale degli Stati Uniti ha riconosciuto a Facebook danni superiori a 360 milioni di dollari e un’ingiunzione permanente nei confronti dello spammer Philip Porembski .
Questo è il titolare dell’azienda PP Web Services e il social network lo accusava di aver ottenuto i dati di login di almeno 116mila utenti Facebook e aver inviato oltre 7,2 milioni di messaggi indesiderati ai contatti delle vittime, alcuni dei quali con link a siti malevoli di phishing.
Facebook aveva depositato ad ottobre la denuncia, come parte della campagna di lotta a scammer e phishing che statisticamente è divenuto un problema sempre più rilevante sul social network.
Il dipartimento che si è occupato delle indagini ha individuato un computer (di appartenenza di Porembski) con più di 160mila credenziali di accesso e script automatici per accedere al social network e inviare messaggi .
Questi 360 milioni si inseriscono nel filone giurisprudenziale che in passato ha già premiato Facebook per la medesima battaglia: nel 2008 si era aggiudicata un risarcimento di 873 milioni di dollari, nel 2009 altri 411 dallo spammer conosciuto come Spamford .
Claudio Tamburrino