Il sito dedicato alle ricostruzioni storico/cronologiche Timelines.com ha denunciato Facebook per l’introduzione nei suoi ultimi restyling della funzione praticamente omonima “Timeline”.
I due nomi differiscono per la “s” finale e per l’impiego che ne viene fatto: le timeline di Facebook sostituiscono i profili e offrono una cronistoria della presenza e degli interessi dell’utente sul social network, mentre il sito Timelines.com offre strumenti per “registrare, scoprire e condividere la storia”, non quella personale di ognuno, ma quella con la S maiuscola e che si studia sui libri.
Secondo l’accusa la somiglianza dei nomi basterebbe a dirottare il traffico del sito verso Facebook , compromettendone finanche la sopravvivenza. Rifiutando questo livello di allarme il giudice ha per il momento rifiutato di accordare a Timelines l’ingiunzione preliminare contro la funzione di Facebook.
Le questioni legate ai marchi commerciali, d’altronde, si stanno dimostrando il nuovo fronte della proprietà intellettuale: Facebook stessa si è mostrata attiva e non ha mancato di rivendicare per sé l’utilizzo online delle composizioni dei termini “face” e “book”, tanto che la sua causa contro Teachbook resta in piedi nonostante la richiesta di archiviazione depositata dalla difesa con una testimonianza di 300 pagine e la richiesta di Shagbook di considerare generico il termine anche come suffisso online.
Claudio Tamburrino