Che Facebook intendesse delineare per la propria piattaforma di messaggistica Messenger un futuro orientato al business è chiaro da tempo: rendendola indipendente dal social network da cui è nata, trasformandola in uno snodo di servizi, Facebook ha gettato le basi perché si aprisse al mercato come veicolo di advertising e come canale di comunicazione tra aziende e utenti.
Quelle che ad inizio 2016 erano indiscrezioni , concretizzate in una sperimentazione avviata nel mese di aprile, sono ora soluzioni che saranno progressivamente implementate a favore di tutti gli inserzionisti attraverso gli sviluppatori che sono al loro servizio: con l’ avvento della versione 1.3 della Messenger Platform sarà possibile inviare agli utenti dei messaggi sponsorizzati , con i quali le aziende potranno diramare informazioni, comunicare l’avvio di promozioni e via dicendo.
Nell’aprire questo canale promozionale, la principale preoccupazione di Facebook è stata di evitare che, in una conversazione privata come quella degli strumenti di instant messaging, la comunicazione risulti artificiosa e venga percepita dal destinatario come spam che finirebbe per ignorare. A monte, dunque, Facebook ha decretato che i messaggi sponsorizzati possano essere interrotti in qualsiasi momento dall’utente, con un blocco che agisce sull’inserzionista o sul mittente del messaggio. Inoltre, l’interazione pubblicitaria può essere stabilita solo con utenti che abbiano già avviato una conversazione con l’azienda , magari attraverso un bot o attraverso la sottoscrizione a un servizio di aggiornamenti.
A favore degli inserzionisti, però, Facebook ha sviluppato un nuovo strumento per avviare delle conversazioni che possano trasformarsi in canali pubblicitari: il nuovo formato di advertising che sarà possibile posizionare nei news feed di Facebook , al click dell’utente avvierà automaticamente una conversazione su Messenger che potrà popolarsi dei messaggi sponsorizzati inviati di volta in volta dall’azienda. La compenetrazione tra Facebook e Facebook Messenger , a cui Menlo Park apparentemente rinunciava con la scissione dell’app, torna dunque ora di fondamentale importanza per il business. Una risorsa che probabilmente, data la sollevazione delle autorità di mezzo mondo, sarà più complessa da mettere a frutto con WhatsApp, l’altro servizio di messaggistica che Facebook non ha nascosto di voler trasformare a favore delle aziende e della loro comunicazione con il target pubblicitario.
Gaia Bottà