Anche Facebook lavora a un algoritmo di intelligenza artificiale (IA) basato su tecniche di deep learning e reti neurali, una tecnologia che nel caso del social network più popolare si chiama DeepText e serve – ancorché la cosa non sorprende nessuno – a “profilare” meglio gli utenti che condividono status, pensieri e auguri in libertà sulle sue pagine.
L'”engine della conoscenza” di DeepText ha l’obiettivo finale di comprendere le forme sfumate del linguaggio con un livello di accuratezza quasi paragonabile a quella di un essere umano con cervello analogico, e per di più di farlo analizzando il testo composto in più di 20 linguaggi diversi.
Al momento DeepText è impiegato per analizzare “svariate migliaia” di post per ogni secondo alla ricerca del senso dietro le parole, facendo distinzione tra i diversi utilizzi di un termine (ad esempio “Apple” ed “apple”) in relazione al contesto di una frase.
Una volta che DeepText avrà raggiunto il suo obiettivo, promettono i suoi creatori, Facebook potrà sfruttare la sua IA social per scopi piuttosto pratici e prevedibilmente commerciali: un profilo più dettagliato di un utente sarà molto più utile ai pubblicitari, la comprensione delle esigenze del momento – come ad esempio la necessità di chiamare un taxi – darà vita a nuovi servizi potenzialmente lucrosi per Facebook e i suoi partner e molto altro ancora.
Alfonso Maruccia