Più di 170 milioni di informazioni personali , appartenenti a circa 100 milioni di utenti iscritti a Facebook. In pratica, un quinto dell’intera popolazione social del celebre sito in blu. Ad entrarne in possesso , l’hacker Ron Bowes, membro della squadra di Skull Security , società specializzata in sicurezza informatica.
Ed è risultato piuttosto singolare il file creato proprio da Bowes, già scaricato, su The Pirate Bay da almeno un migliaio di utenti. I 2,8 GB contengono in sintesi una lunga serie di informazioni personali appartenenti agli utenti del social network, tra cui date di nascita, indirizzi e URL di riferimento .
Ma quella di Bowes non è stata un’azione illecita, dal momento che il crawler da lui stesso generato è riuscito a raccogliere i dati dalla directory pubblica di Facebook. Le informazioni non sono state protette dagli utenti attraverso le impostazioni sulla privacy .
Obiettivo dell’hacker , stilare una lista dei più diffusi username sul sito di Mark Zuckerberg, in modo da prevenire eventuali intrusioni illecite nei vari profili in blu. Bowes aveva intenzione di fornire i dati raccolti ai soli responsabili del progetto Ncrack , che sono attualmente al lavoro per realizzare uno strumento open source per testare i vari sistemi sul loro grado di propensione ad attacchi a mezzo login.
Ma nelle intenzioni di Bowes c’era anche una significativa dimostrazione, mostrando a tutti gli utenti – da qui la scelta di rendere accessibili i dati a mezzo P2P – quanto sia importante tenere protette le informazioni personali. In barba a certe dichiarazioni del CEO Mark Zuckerberg.
Mauro Vecchio