Saturate le aree del mondo più innervate di connettività e servizi, a Facebook non resta che procedere alla colonizzazione e alla monetizzazione dei mercati emergenti, accaparrandosi l’attenzione reciproca di utenti e inserzionisti, da far fruttare sulle proprie pagine. È con questo obiettivo che Facebook ha aperto in Sudafrica, a Johannesburg, un ufficio commerciale.
Il continente africano conta 1,1 miliardi di abitanti, con il 20,7 per cento della popolazione che accede a Internet, il 10 per cento delle abitazioni connesse con rete fissa, il 17,4 per cento della popolazione abbonata a servizi di connettività mobile, mostrano recenti dati ITU. Se l’Africa risulta ancora afflitta da un profondo digital divide, è altresì vero che il mercato sta cambiando, offrendo soluzioni accessibili soprattutto in ambito mobile.
Il social network, in Africa, conta 120 milioni di utenti attivi, in crescita del 20 per cento rispetto al mese di settembre dello scorso anno: l’80 per cento di questa rete di amici accede a Facebook a mezzo mobile, canale d’elezione per la monetizzazione dell’advertising. Proprio sul fronte mobile, del resto, Facebook sta concentrando i propri sforzi sull’ app Lite in Nigeria, Sudafrica, Sudan e Zimbabwe, e sulla controversa iniziativa Internet.org, che in Zambia, Tanzania, Kenya, Senegal, Ghana, Malawi e Sudafrica offre servizi zero rating in collaborazione con i fornitori di connettività per incoraggiare l’accesso alla Rete, lo sviluppo di un ecosistema di servizi vivace e, naturalmente, l’accesso a Facebook.
L’apertura dell’ufficio commerciale di Johannesburg, che si focalizzerà sui mercati di Kenya e Nigeria, oltre che sul mercato sudafricano, e offrirà supporto alle operazioni in Senegal, Costa D’Avorio, Ghana, Tanzania, Ruanda, Uganda, Zambia, Mozambico e Etiopia, opererà nell’intento di studiare il mercato pubblicitario africano nelle sue specificità , non solo incoraggiando le imprese locali nella loro ricerca di visibilità, ma anche lavorando al coinvolgimento di brand globali come già sperimentato per Coca-Cola in Kenya.
Gaia Bottà