Facebook, nessuna pretesa sul pulsante dei desideri

Facebook, nessuna pretesa sul pulsante dei desideri

Il social network risponde per vie legali alla denuncia depositata da un'azienda specializzata nell'e-commerce a sfondo social, secondo cui il pulsante violerebbe un marchio registrato. Menlo Park non ci sta e contrattacca
Il social network risponde per vie legali alla denuncia depositata da un'azienda specializzata nell'e-commerce a sfondo social, secondo cui il pulsante violerebbe un marchio registrato. Menlo Park non ci sta e contrattacca

L’avvento della nuova funzione Collections per l’introduzione del pulsante want è costata a Facebook una denuncia per appropriazione indebita di marchio registrato da parte dell’azienda CVG-SAB, specializzata in e-commerce basato sulle affinità rilevate tra utenti e prodotti nelle reti sociali online.

I vertici di CVG-SAB sostengono che il nuovo pulsante del sito in blu assomigli particolarmente a un servizio già presente sul mercato , wantbutton.com , somiglianza che, secondo gli attori della denuncia, creerebbe confusione nel marketplace digitale.

La dirigenza di Menlo Park ha replicato con una controdenuncia , affermando che la parola “want” è un termine comunemente utilizzato dalle persone nella vita quotidiana e che, dunque, CVG-SAB non può invocare alcun diritto di proprietà in quanto idea o prodotto della Rete: “In questo particolare caso, “want” permette al consumatore di esprimere il proprio desiderio circa un prodotto o servizio in vendita”, si legge nelle carte legali presentate dall’azienda.

Il social network in blu chiede dunque alla corte federale di Flint, nel Michigan, di stabilire la non violazione di alcun marchio registrato e di annullare la lista di violazioni relativa al pulsante “want” stilata da CVG-SAB.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
30 nov 2012
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