Una delle principali piaghe del mondo dei social network (ma va anche ben oltre la sola sfera digitale delle piattaforme) è la mancanza di approfondimento sui temi da parte degli utenti. Le discussioni restano così debellate da un vizio di forma: si commenta prima ancora di aver letto gli articoli che volevano essere uno spunto di dibattito. Pur se in grosso ritardo rispetto a quanto questa piaga è emersa in tutta la sua forza, ora Facebook cerca di porre un freno al problema.
Facebook: prima leggi, poi condividi
L’azione di Facebook non sarà una soluzione definitiva, ma almeno metterà ognuno di fronte al problema: condividere un link prima ancora di averlo letto, oppure leggere e formarsi un’opinione autonoma potrebbe essere cosa buona e giusta? Quando si andrà a condividere un link, semplicemente, l’interfaccia deciderà cosa si intende fare: non si procederà automaticamente a condivisioni impulsive (che molti danni hanno fatto soprattutto in termini di complottismo), ma si proporrà almeno una facoltà di scegliere. Questa, del resto, è l’intelligenza: avere la possibilità di scegliere ed esercitare questa facoltà.
Starting today, we’re testing a way to promote more informed sharing of news articles. If you go to share a news article link you haven’t opened, we’ll show a prompt encouraging you to open it and read it, before sharing it with others. pic.twitter.com/brlMnlg6Qg
— Meta Newsroom (@MetaNewsroom) May 10, 2021
Facebook sceglie dunque di perseguire la via inaugurata da Twitter, che già da alcune settimane porta avanti medesima iniziativa. Lo scopo è quello di favorire la lettura dei link, portando peraltro maggior traffico ai siti di news invece di assorbire tutte le spore di una condivisione impulsiva e priva di significato che non sia quello di aumentare gli effetti delle echo chamber su specifici argomenti ed attorno a specifici utenti sempre pronti a recepirne le vibrazioni più taglienti. Un’opzione offerta alle masse affinché le condivisioni non siano basate solo su titolo e immagine di copertina, ma sui fatti descritti e sul giudizio personale effettivo: una cosa tanto normale da essere rivoluzionaria entro un perimetro dove fino ad oggi proprio i titoli più pusillanimi hanno raccolto i maggiori risultati.
La nuova pop-up servirà a poco? Resta un passo in avanti, un piccolo battito d’ali che in certi contesti può avere importanti ricadute. Ogni modifica virtuosa va presa per quel che è: il tentativo di ricostruire un dibattito collettivo efficace, che tolga alle condivisioni compulsive quelle autostrade che tante scorie stanno lasciando sul proprio percorso.