Guidato dagli attivisti dell’ Electronic Privacy Information Center (EPIC), un gruppo di sei organizzazioni a difesa della privacy ha spedito una urgente missiva all’attenzione di tutti i membri della statunitense Federal Trade Commission (FTC). Nel mirino, gli ultimi aggiornamenti alle policy social sulle attività di raccolta e sfruttamento dei dati personali di oltre un miliardo di utenti su Facebook, in seguito alla revisione annunciata dei documenti legali nello statement of rights and responsibilities dell’azienda californiana.
Nella lettera inviata alla commissione a stelle e strisce, si denuncia come il social network di Menlo Park vorrebbe sfruttare nomi e volti dei suoi profili per fini pubblicitari, senza richiedere esplicito consenso tra le impostazioni legate alla privacy. Si tratterebbe di una chiara forma di violazione dell’ accordo stipulato nel 2012 con la stessa FTC, quando Facebook si impegnava a vincolare gli aggiornamenti alle sue privacy policy al controllo e all’autorizzazione da parte di tutti gli amici .
Nel nuovo statement di Facebook, le informazioni appartenenti agli utenti potranno essere visualizzate e sfruttate da una determinata azienda senza alcun obbligo di compensazione, mentre le singole foto profilo saranno soggette alla tecnologia di riconoscimento automatico dei volti per il suggerimento sotto forma di tag in altre immagini social . Un dettaglio che ha fatto imbestialire gli attivisti di EPIC, dopo che lo stesso colosso californiano aveva rinunciato alla feature – almeno in ambito europeo – su pressione delle autorità irlandesi.
“Chiediamo un intervento urgente – si legge nella lunga lettera inviata a FTC – Il diritto di una persona al controllo delle attività di sfruttamento pubblicitario e commerciale della propria immagine rappresenta certamente una pietra angolare delle moderne leggi sulla privacy”. Abbandonato il meccanismo democratico di votazione dei vari cambiamenti alle sue policy, Facebook è stata sommersa dalle critiche. Per questo, lo stesso sito in blu ha annunciato che l’implementazione delle nuove policy subirà un sensibile ritardo , con la possibilità di studiare ulteriori aggiornamenti.
Mauro Vecchio