Facebook sta continuando ad investire nella ricerca sulla realtà virtuale, cercando tra le maglie della tecnologia nuove soluzioni per rendere questo tipo di soluzione più comoda, pratica, versatile e piacevole. Fin qui, infatti, gli sforzi fatti non hanno sortito risultati: troppo pochi i risultati ottenuti in questi ultimi anni, con molte proposte sul piatto e ben poche vendite all’attivo. Mancano i contenuti, questo è certo, ma manca anche una soluzione pragmaticamente efficiente in grado di sposare l’ergonomia del device, l’autonomia delle batterie, la bontà delle immagini e la ricchezza dell’esperienza utente.
Facebook punta sulle ottiche olografiche
Dai laboratori Facebook spunta ora una proposta nuova, ad oggi ancora in fase embrionale, ma tale da poter iniziare a presentarne l’approccio innovativo. In particolare gli spazi si riducono (diminuendo così ingombro e peso del visore) grazie alla rifrazione ottenibile da lenti olografiche che permettono di gestire in spazi minori le immagini.
Half Dome 2 e Half Dome 3 sono i due prototipi da alcuni mesi in mano al team Oculus. Grazie a questa nuova soluzione le dimensioni si riducono fortemente, così come il peso, ed inoltre viene introdotto il cosiddetto “Varifocus” che consente una visione più nitida e con aggiustamenti continui.
Restano ancora vari ostacoli da affrontare, ma Facebook ha voluto enucleare i punti fermi della propria ricerca per attrarre nuovo interesse sul tema e dimostrare quanto di buono si stia facendo per garantire passi avanti al mondo dell’AR/VR. L’obiettivo è arrivare ad un nuovo visore che sia in grado di attrarre una massa critica di utenti a cui proporre contenuti, soluzioni business di interazione (si pensi a cosa potrebbe significare per meeting ed eventi), interazione (verso una nuova dimensione del social networking e della videocomunicazione), gaming e molto altro ancora.
Il potenziale inespresso è abnorme, ma da troppo tempo il collo di bottiglia è a livello di hardware. L’interesse di Facebook non può che essere elevato ed è questo il motivo per cui, nonostante si proceda a rilento, gli investimenti continuano. I nuovi “Half Dome” sono più che altro una speranza mascherata da ambizione: Zuckerberg vuole mettere le mani sul mondo virtuale, laddove Second Life intuì e dove l’innovazione potrà probabilmente permettere di arrivare presto o tardi.