Non è servito il confronto in tribunale, è bastato un accordo , di cui non è dato conoscere il contenuto: Facebook, il colosso che rivendica per sé prefissi e suffissi quali face- e -book , continuerà ad utilizzare la denominazione “Timeline” per la sua interfaccia più recente, e non perché un giudice abbia riconosciuto la genericità del termine.
I dissapori tra Facebook e Timelines.com , servizio web per costruire cronistorie, si erano accesi all’alba dell’annuncio del restyling dell’interfaccia del social network in blu denominata Timeline. Il servizio di cronistorie, che aveva depositato il marchio “Timelines” nel 2009, lamentava la confusione indotta presso le platee connesse dal temine utilizzato da Facebook, confusione che avrebbe probabilmente limitato l’ascesa e la popolarità del servizio proposto dalla stessa Timelines. Facebook aveva controdenunciato Timelines: il termine che le accomuna, spiegava il social network, è così generico da non poter essere oggetto di protezione.
Il mese scorso le sorti dello scontro sembravano pendere in favore di Timelines: un giudice aveva riconosciuto che l’investimento profuso per avviare il servizio di cronistorie avrebbe potuto in qualche modo essere vanificato dal lancio dell’interfaccia di Facebook, capace di creare confusione con la sua denominazione.
Il 22 aprile si sarebbe dovuto aprire il successivo capitolo dello scontro in tribunale, mai avvenuto , ma una comunicazione di Facebook alla Securities and Exchange Commission rivela un epilogo differente da quanto si pronosticasse. Timelines.com aveva chiesto una compensazione pari ai guadagni ottenuti da Facebook con l’advertising a partire dall’introduzione della nuova interfaccia. Facebook ha scritto alla SEC di aver raggiunto un accordo con Timelines, di avere incluso i costi dell’accordo nella trimestrale che ne fotografa lo stato finanziario al 31 marzo 2013, e che le spese non sono risultate significative per la propria attività. (G.B.)