Rimuovere, ridurre e informare: sono queste le tre parole chiave su cui fa leva Facebook per ricostruire la propria credibilità, dar nuovo peso al proprio News Feed e rispondere con adeguata responsabilità alle accuse piovute in questi mesi. Si tratta di sfuggire ai propri problemi con la privacy, ma non solo: le autorità hanno imposto paletti ben più ampi, chiedendo al network una maggior responsabilizzazione contro le troppe derive che il servizio sta dimostrando.
Messo all’angolo dalla Commissione europea dopo i problemi con Cambridge Analytica, il social network ha trovato ora i favori della Commissione stessa dando fiato ad una serie di promesse circa le nuove policy adottate per la tutela dei dati personali e con queste ulteriori linee guida offre uno spaccato di quel che intende fare nel prossimo futuro. E le linee guida sono improntate sulle tre parole chiave attorno a cui ruotano tutti gli interventi: rimuovere, ridurre e informare.
Una risposta importante, da parte di Facebook, ad una protesta che si levava con sempre maggior forza tanto dalla community quanto dalle istituzioni di mezzo mondo. Il social network, tirato per la giacchetta ormai da chiunque, ha dovuto fare un importante passo avanti nell’implementazione di nuovi strumenti di gestione e nella trasparenza delle informazioni, perché soltanto così può sfuggire alla pressione che giunge dall’esterno.
Facebook: rimuovere
Rimuovere, ossia cancellare i contenuti che vanno in violazione con le policy del servizio. Il riferimento è specifico per casi di bullismo o hate speech, promettendo la rimozione di tutti quei contenuti che vanno contro gli standard previsti. Curioso come, nelle stesse ore in cui tali principi venivano affermati al consesso della Commissione, in Italia sparivano vari account legati a CasaPound con tanto di polemiche circa la mancata trasparenza dell’intervento (considerato “censorio” da parte degli attori della “narrazione dominante” e contro le “minoranze”). Facebook spiega come, con un lavoro a metà tra l’IA e l’intervento umano, si interviene per limitare persone, gruppi o Pagine su cui si annidino contenuti pericolosi o violenti. Tutto ciò, a maggior ragione, con le Storie: la loro durata effimera impone un intervento ancor più rapido e mirato, richiedendo una elaborazione ad hoc per capire contesto, storicità, sequenza e contenuti della Storia stessa.
Cominciando con la lingua inglese e poi declinando il tutto nei vari linguaggi supportati, verrà pubblicata una pagina che contiene un aggiornamento continuo degli interventi che vengono apportati alle policy, così da rendere più trasparente e continua l’informazione sulle regole proprie del network su cui ogni utente ha la possibilità di agire. Previsto, inoltre un servizio (“Group Quality“) che offrirà agli amministratori dei gruppi alcuni strumenti aggiuntivi per l’eliminazione di fake news o linguaggi incompatibili con gli standard: agli admin è richiesta una maggior responsabilizzazione nel controllo della loro community, insomma, poiché in caso contrario sarà la community stessa a pagarne pegno nei confronti dei regolamenti Facebook.
Facebook: ridurre
Ridurre, ossia includere una serie di filtri mirati che consentano di limitare le notizie false dal network. Così facendo le pagine che lucrano su questo tipo di attività troveranno minori spazi per le proprie condivisioni virali ed a giovarne sarà il network intero. A tal fine il gruppo promuove, con effetto immediato, interventi di fact-checking che vadano a penalizzare ciò che sul network è palesemente falso, quando non doloso. Inoltre si andranno a seguire percorsi e storicità delle fake news, così da affossare i gruppi o le Pagine che si fanno regolarmente da hub di diffusione di contenuti di bassa qualità. Novità assoluta è il cosiddetto “Click-Gap“, ossia un indicatore che dovrebbe misurare la differenza tra la viralità di una fonte e la sua autorevolezza misurata con altri indicatori (relativi al Web Graph): qualora il “gap” sia eccessivo, misurando una non-proporzionalità dubbia, l’effetto virale delle condivisioni sarebbe soffocato per ripristinare l’equilibrio.
Un impegno parallelo è anche relativo a Instagram, ove i contenuti “sexually suggestive” non saranno più promossi tra gli hashtag o tra le pagine di aggregazione a meno che non si sia follower degli account relativi.
Facebook: informare
Informare per riconsegnare agli utenti i necessari strumenti di consapevolezza. Informare significa creare un dialogo di trasparenza che consenta alla community di capire (non solo sapere, ma capire a fondo) le norme che regolano la comunicazione e la vita sul social network. Informare è un passaggio di imprescindibile importanza per far sì che le regole di oggi non si presentino come una semplice foglia di fico, ma come reale paradigma di lungo periodo. Anche in questo caso la promessa è declinata in una varietà di interventi concreti: indicatori di qualità, indicatori di fiducia, indicatori di identità, indicatori di “inoltra” (già visti anche su WhatsApp) andranno a costellare le opzioni disponibili tanto su Facebook quanto su Messenger. Il rollout è in questo caso variegato: alcuni interventi sono già effettivi negli USA, altri arriveranno a livello globale ma solo nelle prossime settimane.